martedì, dicembre 05, 2006

Il blog sta pisolando... Ronf ronf...zzz...

Dopo le ultime settimane di attività frenetica, il blog si è preso qualche giorno per riposarsi un pochino... Ma state buoni, miei 25 lettori [ad essere ottimisti :-)], torneremo a breve con altra bella roba...


Ciao by
"Quel tubercolitico di E@"

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mercoledì, novembre 22, 2006

Job's Bar 4 (seconda e ultima parte)

Fece schioccare la lingua, e riprese: - Nella vita non bisogna mai guardare in faccia a nessuno. Non ho guardato negli occhi neanche mia moglie mentre moriva per il troppo botulino, sa la chirurgia estetica, il lifting e quelle menate lì. Figuriamoci se devo degnare di considerazione quell’indo-afghano-cino-cingalese che ogni mattina mi porta il giornale, sperando sempre che gli dia qualche nocciolina. Ma mi faccia il piacere, suvvia. – Concluse con un espressione luciferina.

Terminata la filippica, lasciò un biglietto da dieci sul bancone.
Con una serenità incredibile , per quanto aveva appena detto, in totale silenzio, ripiegò con cura il suo giornale e uscì dal bar, senza prendere il resto.
Rimasi esterrefatto. Aveva vomitato delle nefandezze che non stavano né in cielo e né in terra, e, allo stesso tempo, vendeva, come tranquillità, quell’odio latente che trasudava da tutti i pori.
Inevitabile fu lo sconforto che mi travolse, come un autotreno olandese.
Mancinelli si alzò dal suo tavolino d’angolo corredato di lettura sportiva e, con fare bonario, mi diede una pacca sulla spalla:
- Non temere. Alla fine, l’amore vincerà all’ultimo minuto di recupero con un’azione viziata da una posizione di fuorigioco non segnalata dall’assistente dell’arbitro - .
Tentò di farmi apprezzare meglio l’ultimo goccio rimasto di crema di whisky.
Abbozzai un sorriso, ma nel suo pensiero vidi quello che lessi anche negli occhi di Lester e quello che, in fondo, era anche la mia opinione.
Quell’uomo grigio non aveva trovato pane per i suoi denti presso il “Job’s Bar”, ma sarebbe andato altrove, in un altro locale e, forse, avrebbe trovato terreno fertile per seminare la sua dottrina, colpevole di essere assassina di quell’ultimo straccio di umanità che ci rimane.
Ma la mia paura più grande è che un giorno, a forza di picconate, a forza di perdere quello in cui crediamo, a isolarci, con il rischio di instaurare una sorta di “regime autocratico personale”, a forza di diventare sempre più cupi, forse tutti smetteremo i nostri panni, per indossare, anche noi, quel completo giacca e cravatta, da sartoria, color sabbia inquinata.

-E@-

martedì, novembre 21, 2006

Job's Bar 4 (prima parte)

È piuttosto subdolo essere uomini grigi. Alcuni sono facilmente riconoscibili: indossano un completo giacca e cravatta da sartoria color sabbia inquinata, fumano sigarette della premiata marca “Ciminiera”, hanno perennemente il telefonino (dal valore minimo corrispondente a un rene umano) pronto scattante alla risposta e guidano un auto di cilindrata extraterrestre che occupa due carreggiate o più. I capelli sono abilmente plasmati con una malta cementizia risultato di una mistura di gel, schiuma, silicone e polistirolo (per creare il caratteristico effetto forfora). La loro acconciatura può variare dall’”Humphrey Bogart” (un taglio molto classico, il soggetto sembra uscito da in film degli anni ’40), al “Magnum a capodanno” (un taglio molto dinamico, sembra che al soggetto sia esploso un petardo in testa).
Non necessariamente, però, un uomo grigio risponde a questo profilo estetico. Egli è facilmente riconoscibile dalla sua “forma mentis”. Come?
Una volta, nel “Job’s Bar” entrò un tale sulla quarantina. Al bar c’eravamo io, Lester e Mancinelli, luminare di “Gazzettologia dello Sport”.
Nonostante l’assenza dell’uniforme tipica da uomo grigio (infatti, indossava un maglioncino rosé e dei calzoni amaranto), lo riconobbi subito dall’olezzo che emanava: profumo di pietra che fuoriusciva dalla sua anima putrefatta.
Si piazzò di fianco a me (e alla mia crema di whisky).
Ordinò un espresso.
Poi, spiegò davanti a sé il quotidiano che teneva sottobraccio.
- Ah! – esclamò leggendo una notizia - Questi immigrati, con le loro usanze, con la loro religione della minchia, che vengono qui da noi a rompere i coglioni. Mah… - .
Io e Lester facemmo finta di nulla.
- Ma guarda questi ragazzi d’oggi! Se non si stuprano tra loro, sono sempre lì a drogarsi – sbottò.
Sfogliò pigramente il giornale, attingendo caffé, dalla tazzina, con sorsi da uccellino appena nato.
- Le tasse decollano. Fortuna che ho un fondo alle Isole Vergini Britanniche – sibilò, lanciandomi un’occhiata, come a cercare la mia approvazione.
Io mi limitai ad apprezzare il mio bicchiere di Porto.
Poi, presi la parola.
- Lei crede che si possa risolvere tutto con un egoistico colpo di spugna, o, ancora meglio, con un colpo di pistola. Per lei è molto più facile urlare che ascoltare.-
L’uomo grigio rispose con la sua carta migliore, cioè con lo sguardo totalmente indifferente.
- Ma a lei cosa importa – continuai – a lei interessa solo il suo bel telefonino d’ultima generazione, a lei interessa la sua quattroruote appesta strade, a lei interessa solo tenere ben imbottito il suo portafogli, a lei interessa rispettare solo chi le dà lo stipendio, oppure no, fa solo finta, e aspetta solo l’occasione giusta per coglierlo in fallo e prendere il suo posto nella grande gerarchia dei poteri. A lei, insomma, viene proprio spontaneo odiare, sembra quasi avere una predisposizione naturale -.
Mi squadrò, dall’alto verso il basso, con i suoi occhi color carbonio, celandosi sempre dietro questo impenetrabile velo di indifferenza.
Accumulò l’aria nei polmoni e, pacatamente replicò:
- Quante belle parole. Perché questo mondo è tutto mieloso e zuccherato. Balle! Se non sei assassino, sei vittima. Devi essere cattivo, spietato, disposto a tutto. Fregatene dei tuoi amici, perché un giorno potrebbero fregarti. Il diverso è da disprezzare perché un giorno, se ti farai mettere i piedi in testa, lo potresti essere anche tu; non resta che emarginare per non essere emarginati. –
Fece una pausa.
Sorseggiò ancora dalla sua tazzina.
Era calmissimo.

- Continua... -

=E@=

sabato, novembre 18, 2006

Job's Bar 3 (terza e ultima parte)

Dopo un breve lavoro di preparazione, tutto era pronto per lo show.
Buffalo prese in mano il microfono e, con una voce un po’ alla Joe Cocker e un po’ alla Tom Waits, salutò il pubblico e disse: - Da noi non avrete roba da discotecari. Da noi non avrete lustrini e paillettes, da noi non avrete la solita musichetta orecchiabile senza attributi, da noi non avrete tutta quella filosofia politicamente corretta, da noi non avrete tutte queste cazzate.-
Tutto ciò fu salutato dall’entusiasmo totale dei presenti. I calici di martini cincinnarono, i boccali colmi di birra si baciarono e fecero da preludio alla prima canzone: “Pendolare Blues”.
Solitamente una canzone racconta una storia. Invece, questa ne raccontava tante in un intrecciarsi continuo, in un romanzo di musica coinvolgente e appassionante.
È la storia delle lacrime di disperazione del trentanovenne che perde il treno per la svolta definitiva, sussurrata dalle note umanamente impossibili di Andy Paradise (e anche dei suoi magici capelli) e dalla grinta del sax delle sorelle.
È la storia del regionale che arriva perennemente in ritardo a causa della sua eterna vecchiaia, narrata dal giro di batteria di Masters.
È la storia del lamento dello studente perché il suo locale è stato soppresso causa blocco di manifestanti, spiegata dal basso sincero di Bergolds.
È la storia del riccone che al telefono dichiara fedeltà imperitura alla moglie, tenendo sottobraccio un’avvenente ballerina slovacca; vicenda bisbigliata dalla tromba irriverente di Barros.
Dopo le chitarre, unitesi in un amplesso malinconico e ladro di anime, giunge la conclusione di Buffalo:
“Verrò da te mio grandissimo amore
Me ne sto qui attanagliato dal dolore
Per tre ore mi tocca aspettare
Oh ma tu cosa ci vuoi fare
Questo è il blues del pendolare” .

I presenti tributarono un interminabile standing ovation al gruppo che continuò a suonare per tutta la notte, a narrare, a commuovere, a fare ridere, a dare una pacca sulla spalla e a non farti sentire solo.
Lester era soddisfatto: mi disse che i Blues men of God sarebbero stati ospiti fissi del “Job’s Bar” per i mesi a venire.

Quella notte, qualcuno fece l’amore.
Io, invece, finii il mio terzo irish coffee e tornai a casa più rinfrancato del solito.

-E@-

giovedì, novembre 16, 2006

Job's Bar 3 (seconda parte)

Alle 21.57 ero appena al mio secondo “Irish Coffee”.
Sentii un rumore di motori sferraglianti provenire fuori dal bar.
Lester uscì a controllare.
- Sono loro! – Disse.
Erano arrivati su tre Volvo, station wagon, non molto recenti, nere come la pece.
Entrarono nel bar con tutta la strumentazione.
Tutti in rigoroso completo giacca e cravatta, anch’essa nera: parevano proprio una squadra di onoranze funebri.
Lester rientrò che stava confabulando con un gorillone assurdamente grande e grosso. Riconobbi la voce roca che mi aveva risposto al telefono.
Nel frattempo, il resto del gruppo stava portando dentro tutto il “necessaire” per lo spettacolo.
- Ma quanti sono questi qua!? – Esclamò Mingozzi, muratore. Era abituato a portarsi il lavoro al “Job’s Bar”: infatti, si era costruito un monolocale di un metro quadro nei pressi del bancone.
Infatti, era una truppa numerosa. Successivamente venni a saperne di più sul loro conto.
Il gorillone, che stava stringendo la mano di Lester con grande soddisfazione di entrambi (forse per l’accordo raggiunto), era Steve Buffalo, il frontman del gruppo. “La bestia di Tabyn City”, così era soprannominato, era in grado di mangiare contemporaneamente tre fagiani reali e di svuotare un fustino da venticinque litri di birra.
- Quello che non uccide rende più forti – era solito dire. Infatti, fumava direttamente il catrame dell’asfalto appena posato e fresco di cantiere.
Quello magro, con il riporto sexy, che copriva una stempiatura che arrivava fino alla nuca, era Franky Bonanza, prima chitarra.
Le donne gli cadevano i piedi perché i suoi assoli, virtuosi ed extraterrestri, facevano perdere i sensi alla maggioranza del pubblico femminile.
Scorta fedele di Franky era Luke Skyscraper, seconda chitarra. Bonanza non si avventurava mai in arpeggi impervi e infestati senza essere scortato dal suo fedele compagno, nonché suo primo confidente di tresche amorose.
Alto, dal sorriso beffardo e, talvolta, assassino, era il bassista Albert Bergolds, detto anche Alby. Il suono della sua bass guitar era incredibile: poteva sembrare sornione, pigro, come un gatto sazio del suo pasto. Ma un istante dopo, eccolo guizzante, veloce e con l’agilità di una pantera.
Stava portando sul palco un valigione stretto ma lunghissimo. Era Andy Paradise, tastierista, sguardo demoniaco e capelli angelici, lunghi, anzi, lunghissimi. La leggenda vuole che anch’essi partecipino alla performance del loro proprietario, aiutandolo nel beccare le note più impossibili.
Responsabile della batteria era Anders Masters, danese di Aalborg. È solito, infatti, intrattenere i suoi compari con i racconti della sua terra, come quello del vichingo Romuald, che, da solo, vinse i cento Berserker de “La Palude Silenziosa”.
Ai fiati c’erano il palestrato Toby Barros, trombettista canadese originario di Manaus, e le sorelle del sassofono Mickey Mushroom e July Zakowsky.
Giravava voce che Barutz fosse riuscito a ribaltare un trattore, non con la forza delle sue braccia, bensì con la potenza del suono della sua tromba.
Invece, avevo saputo che le sassofoniste avevano placato, con la loro musica, gli animi irosi dei pirati del “Mar del satanasso”, facendo anche piangere, come ragazzine, quelli più duri e aridi di cuore.
Nascosto dentro un borsone beige della “M’infischia”, se ne stava appisolato il tecnico del suono, Gatto.

Dopo un breve lavoro di preparazione, tutto era pronto per lo show.

--- Continua nella terza e ultima parte... ---

=E@=

martedì, novembre 14, 2006

Job's Bar 3 (prima parte)

Il “Job’s Bar” ha avuto una reputazione musicale di un certo livello: molto basso.
Infatti, su quell’improbabile pedana fungente da palco, erano soliti esibirsi compagini musicali alquanto svariate.
Una volta, mi ricordo, si esibì un terzetto acustico siculo: scaccia pensieri, seconda e prima voce. Mettevano in folk un esperienza che spaziava dalle filastrocche di Aci Trezza alle hit più gettonate di Palermo e Catania, con tutto il rispetto per le città citate, di grazia, ci mancherebbe altro. Purtroppo, dalle nostre parti, il siciliano stretto non era molto capito e il tutto si risolse con un risultato non proprio soddisfacente: vuoto totale nel locale. Solo io ero presente, con il mio “Negroni” in mano, seduto sul mio comodo sgabello in vera finta pelle di Minotauro.
I suonatori misero in scena, comunque, lo show, compreso un paio di bis.
Una sera d’autunno, invece, presenziarono i “Lambrusco, pistole, coltelli, rose e popcorn”: erano una band che mescolava la musica dei “Guns & Roses” con i testi di “Ligabue”, suonando il tutto con ocarina, legnetti, zufolo, triangolo, bicicletta arrugginita, palloncino sgonfio, steli d’erba, contenitori di plastica, bottiglie infrante e molti altri strumenti. Di fatto, era un orchestra poiché contava, all’incirca, diciassette elementi. Il tutto fu apprezzato, dai pochi convenuti, per l’originalità, non tanto per la qualità dell’espressione.
Lester si impegnava duramente per trovare un gruppo decente, ce la metteva tutta, ma una sfiga colossale (o un’assoluta imperizia nel campo musicale) sembrava perseguirlo.
Allora venne lì da me, con fare sconsolato.
Mi porse le pagine gialle e mi disse: - Guarda, fa te. Scegli a caso i prossimi disgraziati che verranno a stuprare i timpani dei miei alcolizzati, nonché fonte di reddito - .
Aprì il mattone libresco ad una pagina qualsiasi e puntai il dito sulla pagina.
Il mio indice finì su di un quadratino piccolissimo dove era scritto:
“Blues Men of God. For a good Blues experience”.
Il nome prometteva bene.
Lester, che ormai si stava preparando all’ennesimo flop, mi fece telefonare al recapito.
- Pronto?- rispose la voce dall’altro capo del filo, scolpita da non so quante tonnellate di sigarette, e, forse, forgiata anche un po’ dall’alcool.
- Buongiorno. Chiamo per conto del “Job’s bar”. Volevo sapere se sareste interessati a fare uno show presso il nostro locale. – chiesi con aria pacata.
Sentii un certo confabulare in sottofondo.
- Accettiamo l’offerta. Saremo lì stasera alle 22 – disse con aria sicura.
- Benissimo. Vi do l’indirizzo del bar…- ma il misterioso interlocutore mi interruppe.
- Sappiamo già dove andare. Per quanto riguarda il compenso, parlerò io direttamente con il proprietario –
- Un momento; come fa a sapere che non sono il…-
Non feci in tempo a finire la frase che “la voce” aveva già riattaccato.

_continua_

===E@===

sabato, novembre 11, 2006

Job's Bar 2 (seconda parte)

Un sistema di valori che non poteva essere condiviso, per nessuna ragione, dagli avventori del “Job’s Bar”. Ragion per cui il tifo andasse tutto a favore dell’altro finalista. Dalla “Coop Muratori” e dalla Tunisia, Katib. Il suo abbigliamento non era certo ricercato come quello del suo avversario. La cosa più preziosa che indossava erano i suoi calzari acquistati presso una bancarella di Cinesi in piazzetta. Girava voce che avesse moglie, due figli e che mandasse buona parte del suo stipendio in patria a sua madre. Un tipo, insomma, che lavorava sodo, non badando certo a fronzoli e amenità barocche. Ciò rispecchiava anche il suo stile di gioco.
L’evento fu raccontato via radio, sulla dodicesima emittente nazionale. Ovviamente, a Pistoloni fu assegnata la cronaca.
De Nardo iniziò bene il match, portandosi subito in vantaggio con 7 palle a 1. Katib era in evidente difficoltà. Il tracollo sembrava a tutti imminente.
Pistoloni, con cuffie da koala e microfono modello “Marconi 1935” decretava con tono pigro: - Questa partita, ormai, non ha più nulla da dire. La vittoria sarà una semplice formalità per il De Nardo contro questo sciagurato del nord Africa – .
Il pubblico accolse male questa affermazione. Iniziò, infatti, a rumoreggiare e a incoraggiare Katib, con cori, trombe, striscioni e bandiere. Il “Job’s Bar” era diventato una bolgia infernale.
Il muratore, allora, impugnò la stecca con maschia decisione e infilò una rimonta memorabile. Testimoni oculari raccontano ancora di come il boccino prendesse a sculacciate le palle pur di farle entrare in buca.
Rimaneva soltanto la famigerata palla 8.
È il turno di Katib, che battezza la vedova nera in buca d’angolo. Il colpo è determinato e sicuro.
Ma non preciso. Dopo una sponda, la palla finì nelle vicinanze della buca centrale e nei suoi pressi il boccino.
Il ragazzo affilò il sorriso smagliante, si mise in ordine i capelli copiosamente ingellati e si avvicinò con sicurezza al tavolo per concludere vittoriosamente l’incontro.
Pistoloni sentenziava, sotto un costante bombardamento di noccioline : - Finalmente questa partitina terminerà e la vittoria finale andrà al giovane e promettente De Nardo -
Ma ecco che si realizza l’eccesso di superbia.
La bianca colpisce la 8.
La 8 incozza sullo spigolo della sponda.
La bianca la segue a ruota.
Entrambe terminano la loro corsa infrangendosi sul cranio del Pistoloni.
Il risultato fu duplice: commozione cerebrale per lo speaker mentecatto e partita vinta da Katib.
“Job’s Bar” in tripudio.
Il muratore fu sollevato dalla folla festante e fu portato da Lester per la consegna dell’ambito premio: un buono di 250 € spendibili presso il locale centro commerciale “Ciambellone” e un bottiglione di prosecco.
Finii il mio “Spritz” e ne ordinai subito un secondo. Lo dedicai a Katib perché aveva dato un pizzico in più di speranza a tutti.
Forse, anche a me.

===E@===

11 Novembre. Auguri Andrea!

Oggi è l'undici Novembre, San Martino.
Ma è anche il compleanno del mio piccolo grande fratello, Andrea, che compie la bellezza di nove anni.

Auguri Andre...

Sempre in forma!

===E@===

Job's Bar 2 (prima parte)

Il “Job’s Bar” ha una ricorrenza semestrale molto importante: il prestigioso torneo di stecca. Dai luoghi più remoti della provincia, giungono i migliori giocatori di questa disciplina.
Dalla frazione di Colnago viene Cantuzzi, signore della tecnica e noto, soprattutto, per il suo colpo segreto “il tir della bertuccia”, un colpo liftato con effetto rientrante a uscire che ipnotizza la palla e la persuade a entrare in buca senza colpirla, anzi, passandole ad almeno mezzo metro di distanza.
Dal borgo di Sorate giunge il prode Veroni, il più famoso, poiché intervistato dalla settima rete nazionale per il programma televisivo “Sport Minori”. Essendo molto conosciuto, la sua “divisa” era coperta di sponsor: il risultato era tra uno sbandieratore senese e un ballerino di samba al carnevale di Rio. Al termine di ogni partita ringraziava sempre la “Drogheria Balestrazzi” per la fiducia affidatagli.
Da Menziano sul Panaro accorreva, a dorso di mulo, l’anziano Gioberti. La sua età era sconosciuta ai più. Alcuni affermano che abbia partecipato al plebiscito sull’unità nazionale, altri alle 5 giornate di Milano. Sta di fatto che la sua pluri-trentennale esperienza al biliardo gli ha fruttato non poche vittorie.
Il giocatore più rappresentativo di Bietolone era Leonardi. Ex-buttafuori di balera, era alto due metri e quindici per centoventisette chili. A differenza di Cantuzzi, privilegia la potenza e la violenza gratuita erogata dal colpo. Arcinote erano le sue “spaccate assassine”. Non tanto perché mandava in buca una quantità assurda di palle, ma, più che altro, perché il boccino usciva dal tavolo e finiva per colpire qualcuno del pubblico, mandandolo, inevitabilmente, all’ospedale “Santa Margherita Fiorita”. Le vittime sfortunate sentivano tutte dirsi la stessa diagnosi: “Lei è stato colpito da un terra-aria Leonardi. Nei prossimi giorni le succederà qualcosa di piacevole”. Infatti, succedeva spesso che ai “caduti del biliardo” accadesse qualcosa di fortunato come un terno al Lotto, un gratta e vinci non perdente, 50 € sul selciato, una promozione sul posto di lavoro, una serata più calda del solito in piacevole compagnia e cose di questo tipo. Per questo a seguire gli incontri del “cannone di Bietolone“ c’era sempre una folla nutrita.
Oltre a queste quattro star, c’erano altri giocatori, più o meno conosciuti, più o meno bravi, più o meno scarsi, con più o meno culo a giocare a stecca.
Per risolvere ovvi problemi organizzativi, Lester aveva noleggiato altri tavoli per consentire uno svolgimento del torneo più fluido.
Dal mio confortevole sgabello ero in grado di seguire tutte le partite in corso, sorseggiando uno “Spritz” garbato, ma convinto.
Il torneo iniziò con partite più o meno combattute: capitava, infatti, che giocatori deboli incontrassero avversari fuori portata, con risultati molto imbarazzanti.
Dopo le fasi eliminatorie, la competizione entrò nel vivo. Così, si presentò, a commentare le gesta del panno verde, il giornalista Pistoloni, la penna sportiva più volgare del nord. Ce l’aveva con chiunque, di qualunque ceto sociale, professione, gruppo etnico, meridionale, centrale, settentrionale, tirolese e svizzero che fosse.Solitamente, iniziava sempre il suo articolo, sull’evento seguito, con un breve resoconto meteorologico: “L’incontro prende il via sotto gli auspici di una tenue pioggia primaverile, accompagnata, però, da un freddo dispettoso”, tenendo presente che il biliardo è una disciplina che viene giocata al chiuso e non di certo in mezzo a un campo di grano turco.
Dopo diversi colpi di scena, come l’abbandono di Cantuzzi causa moglie partoriente e il ritiro di Veroni per problemi fisici (cagotto), in finale si presentarono due outsider.
Dalla Metropoli, la città sbrilluccicosa e sparaflesciante, a suon di musica “Tunz-tunz” si era presentato De Nardo, rampollo di ricca famiglia, uno sbarbatello con neanche un accenno di barba. Il suo giaccone, tra il confetto e il pastiglia di Viagra, era accompagnato da un paio di Jeans con vita all’altezza delle ginocchia, in modo tale da rendere leggibile la scritta che aveva sulla parte posteriore delle mutande, le quali erano targate da una multinazionale famosa senza scrupoli. La dicitura recitava: “Non invidiarmi solo perché sono molto più figo di te. Ma anche perché ho molta più fig* di te”. La sua professione era ignota. Girava voce che il suo hobby fosse fare il PR al “Morbillo”, noto locale dove si ancheggiava a ritmo di musica, ovviamente, “Tunz tunz”.

--- Continua... ---

===E@===

giovedì, novembre 09, 2006

Job's Bar.

Sulla strada che porta in centro, immerso nell’ombra della tenebra, tra un tiglio spelacchiato e un lampione che non fa il suo dovere, c’è il “Job’s Bar”.
È un locale interessante. È abbastanza grande, ma non è così esteso da potere racchiudere 7 acri. Le pareti sono di un giallo sporco molto caratteristico e il profumo dell’aria è caldo e legnoso.
Appena entrati, sulla sinistra, appeso al muro c’è un pannello con su disegnato Gesù che suona contemporaneamente tre chitarre in fiamme. Alla sua destra, è incorniciata una camicia a quadri autografata da Chuck Norris. La parete opposta, invece, era costellato da vari gadgets, tutti custoditi in una teca curatissima: c’era un cappello di John Belushi, un’armonica a bocca di Paolo Conte, una foto commemorativa di Warren Zevon, un pallone di cuoio calciato da Ermete Scarpazzi (gloria del calcio locale, livello 3^ Categoria), un boccale-cisterna da 20 litri dell’Oktoberfest (con accanto una targhetta che, fieramente, riportava “Reduci vittoriosi”) e oggettistica varia come:
• una sciarpa del “Yeovil Town”, 3^ serie inglese;
• “In a gadda da vida”, album in vinile degli “Iron Butterfly” del 1968;
• una zolla di campo dello “Stadio Comunale” presa in occasione della promozione in serie B;
• una foto di una donna avvenente poco vestita;
• una biella di una “Ferrari 275 GTB”;
• mezza corda del basso di Jaco Pastorius;
• un plettro di Ritchie Blackmore;
• una scheggia di bacchetta di Dave Grohl.

Come ogni bar che si rispetti, non può mancare il biliardo. Il panno verde è popolato da cunette, avvallamenti, trappole, rampe, trabocchetti e tagliole a misura di palla e stecca. I 5 birilli si difendono asserragliati su una inespugnabile garitta. Con tutti questi ammennicoli, il gioco è molto più interessante e capita spesso che le partite durino anche settimane.
Al bancone vi è l’intramontabile gestore: Lester. Magro come un rinoceronte, le sue ciglia sono folte e crespe come uno spazzettone e il suo cranio è così glabro e liscio che sembra fresco di levigatrice. All’inaugurazione, chiamò così il locale perché è un accanito lettore del Vecchio Testamento, soprattutto della “Genesi” (“Job” sta per Giobbe). Purtroppo, in pochi colgono la finezza culturale-religiosa (nessuno, a dire il vero) e finisce che il suo locale venga ricordato come il “Bar del lavoro” (visto che, in Inglese, Job sta anche per “lavoro”). Infatti, capita sovente che racconti, per mezz’ore intere, questo bisticcio linguistico al cliente occasionale, il quale, disgraziatamente, chiede il perché del nome del bar. Così, un semplice caffé, si trasforma in una catechesi di storia biblica in pompa magna, con buona pace dell’ignaro avventore.
Dalla parte opposta al bancone, il regno di Lester, vi è una sorta di pedana sopraelevata. È il palco sopra il quale si esibiscono suonatori, musicanti, musici e violentatori di strumenti musicali in genere. Sulla quinta è appeso, con puntine da disegno super-perforanti, un cartellone pubblicitario della “Champions League” (prelevato, indebitamente, in un Basilea – CSKA Sofia finito 2 a 1 per i padroni di casa) raffigurante il logo di una nota marca di birra.
Al centro del locale vi erano tavoli, tavolini, sedie e cuccioli di sgabelli. Alcuni erano nuovi, intatti e freschi di Ikea, altri erano più vissuti ed erano segnati dalla peggior forma di “Toilette humour”, alla miglior opera di intaglio e falegnameria artistica. Su una seggiola era stato scolpito il primo piano del presidente degli Stati Uniti d’America con accanto una scritta piuttosto eloquente: “ Per una volta ti bacerà il sedere”.
Gli sgabelli che stanno presso il bancone sono circondati da una sorta di aura di sacralità; sono tabù per il coltellino svizzero, intoccabili per il cutter, invalicabili da qualsiasi tipo di lama.
Sul terzo, da destra ce n’è uno in vera pelle di Minotauro Cinese. Su quello sgabello è seduta una figura bardata da un caldo giaccone, con un flute da mezzo litro di weisse in mano.
Quello sono io.

Spettacolare San Donnino!

Importante prova di supremazia del San Donnino che ha conquistato i tre punti ai danni del "Bar Ballentine", i campioni in carica del torneo di 3^ serie. La squadra dei giovani universitari ha vinto 7 a 4 esprimendo un ottimo livello di gioco. Assente Parenti, è protagonista "l'altro" Fabio, Panini, che si dimostra quanto mai pericoloso in fase offensiva, segnando ben 2 gol e colpendo una traversa clamorosa. Il "Bar Ballentine" è una squadra esperta e ben messa in campo che sa farsi rispettare, sia sul piano agonistico, sia sul piano tecnico. Le marcature messe a segno sono state frutto di "concessioni" della difesa ex-wiligelmina: Casagrande si fa trovare scoperto sul primo palo e viene punito da un tiro, quanto mai, "ignorante"; due gol sono stati causati da errati disimpegni, mentre il terzo è stato realizzato su calcio di rigore, con relativo fallo, forse, evitabile.
L'allenatore, Marco Panini, in conferenza stampa ha dichiarato: - Questa è senza dubbio una vittoria importante contro un avversario di livello. Ma dobbiamo stare con i piedi per terra e pensare alla prossima partita - .

Pagellone

Casagrande - Ha un gol sulla coscienza. Però non deve preoccuparsi poiché ha giocato partite ben peggiori. Dimostra, comunque, sicurezza e consapevolezza dei propri mezzi. Voto 6,5

Miles - Crea numerosi grattacapi alla punta avversaria che vede la porta con il binocolo. Inoltre, si inventa un gol incredibile da tramandare ai posteri: umilia i difensori avversari con uno slalom degno del miglior Alberto Tomba e fulmina il portiere avversario da breve distanza. E' il solito invalicabile Miles. Voto 8

Panini - Migliora, in maniera esponenziale, di partita in partita. Difende, imposta, dribbla, conclude e segna. Dimostra, a pieno titolo, di meritarsi la fascia di capitano. Probabilmente, è stato il migliore in campo. Voto 8,5

Bonini - La macchia, di avere fornito l'assist per il primo gol agli avversari, non pesa più di tanto su una prestazione brillante, a tratti abbagliante. Si beve gli avversari come bicchieri di Fernet e segna gol belli e importanti. Secondo, però, solo a Panini. Voto 8+

Cantelli - Riscatta, con il gol, un erroraccio a centrocampo che è costato il terzo gol avversario alla difesa del San Donnino B. Deve ancora trovare la condizione migliore: la tubercolosi e la tosse convulsa lo penalizzano non poco. Da recuperare.
Voto 6+

Soncini - Gettato nella mischia a pochi minuti dalla fine, porta della legna molto preziosa in mezzo al campo. Voto 6,5

Feffo, Nico & Giacomo : giocano una partita di ottimo livello. la loro esperienza è preziosissima e si fa sentire. Voto 7/8

Parenti - Infortunato, si presenta ad assistere alla partita in compagnia della sua nuova fiamma: l'avvenente Federico Tesei, studente di iconoclastia azteca. voto 9 per la presenza, voto 4 per il partner.

Il campo di gioco - Più che un campo da calcio a 5, sembra un tappeto di carta vetrata: ne sanno qualcosa le ginocchia delicate di Bonini, che hanno riportato una copiosa escoriazione. Tempo di recupero 3 mesi. Voto 5

Post-partita - cosa c'è di meglio di un panino e di un bel birrozzo? Solo il calore umano offerto da una dolce donzella... Vabbeh, lasciamo perdere che è meglio... Voto 9 (per la weisse media)

=== E@ ===

lunedì, novembre 06, 2006

Big-House Tavern in Rock.

Poteva essere un'altra sordida notte di regime.
Invece la musica ha fatto il suo corso e, con la collaborazione di una luna alquanto assassina, il terzetto acustico magretese ha dato vita a un live davvero notevole. Il trio formato da Francesco Bonini (chitarra), Stefano Buffagni (voce) e Alberto Frigieri (basso) ha fornito una performance memorabile presso la "Big-House Tavern" del cirrotico Gabbro, che ha provveduto a dissetare gli avventori del locale con litri di ottima birra, buona vodka, superbo prosecco e audace Martini.
La scaletta dei musicanti magretesi racchiudeva il meglio del rock: Red Hot Chili Peppers, Eagles, passando per i Blues Brothers e altri gruppi che hanno fatto la storia del genere.
Il responso da parte del pubblico è stato molto positivo e la speranza comune è quella di potere ripetere l'esperienza.

---E@---

domenica, novembre 05, 2006

The Battle of Evermore

Queen of Light took her bow, And then she turned to go,
The Prince of Peace embraced the gloom, And walked the night alone.

Oh, dance in the dark of night, Sing to the morning light.
The dark Lord rides in force tonight, And time will tell us all.

Oh, throw down your plow and hoe, Rest not to lock your homes.

Side by side we wait the might of the darkest of them all.

I hear the horses' thunder down in the valley blow,
I'm waiting for the angels of Avalon, waiting for the eastern glow.

The apples of the valley hold, The seeds of happiness,
The ground is rich from tender care, Repay, do not forget, no, no.
Dance in the dark of night, sing to the morning light.

The apples turn to brown and black, The tyrant's face is red.

Oh oh now, war is the common cry, Pick up you swords and fly.
The sky is filled with good and bad that mortals never know. Oh now, oh

Oh, well, the night is long the beads of time pass slow,
Tired eyes on the sunrise, waiting for the eastern glow.

The pain of war cannot exceed the woe of aftermath,
The drums will shake the castle wall, the ring wraiths ride in black, Ride on.

Sing as you raise your bow, ride on, shoot straighter than before.
No comfort has the fire at night that lights the face so cold.

Oh dance in the dark of night, Sing to the morning light.
The magic runes are writ in gold to bring the balance back. Bring it back.

At last the sun is shining, The clouds of blue roll by,
With flames from the dragon of darkness, the sunlight blinds his eyes.

Bring it back, bring it back, bring it back, bring it back.
Bring it back, bring it back, bring it back, bring it back.
Oh now oh now oh now oh.
Oh now oh now oh now.
Bring it back, bring it back, bring it back, bring it back.
Oh now oh now oh now oh.

giovedì, novembre 02, 2006

Intervista ad Andrea Paradisi. 2^ Parte

25. Batmen Blues. Quali prospettive per il tuo gruppo?

Ci siamo accordati di recente per un tour mondiale che comprenderà
tutta l'Europa, il Giappone, il Sud America e il Canada. Per adesso ci
accontentiamo della sagre di paese.

26. Cosa ci puoi dire riguardo alla rivalità con gli Sharp Dressed Men?

Ma quale rivalità! Solo perchè siamo migliori di loro non vuol dire
che siamo rivali.

27. Qual è la canzone che porti nel cuore?

Non ho una canzone in particolare. Mi piace un po' tutta la musica.
L'importante che non sia musica maranza.

28. Cosa non manca mai tra i tuoi cd/mp3

Canzoni malinconiche per giorni tristi, canzoni cariche per le
giornate allegre e una vasta gamma di canzoni psicopatiche per le giornate
normali.

29. Se non fossi tastierista, quale strumento ti piacerebbe sonare?

Ma non saprei. Così su due piedi direi il pianoforte, anche se la
pianola mi attira molto.

30. Cosa hai provato quando ti sei tagliato i capelli?

Tristezza, amarezza, solitudine perchè mi sono reso conto di aver
perso qualcosa di mio che non potrà più tornare. Mai.

31. Sei mai stato tradito/deluso da un amico?

No, altrimenti il suo nome sarebbe su un necrologio.

32. Nel tuo futuro, cosa non mancherà mai?

La tastiera, la figa(spero), un bicchiere di rum, un sigaro di marca
e l'affetto dei miei cari. Probabilmente anche i Simpson e Chuck
Norris. Anzi sicuramente.

33. Quale elettrodomestico ti sarebbe piaciuto inventare?

Penso la radio, perchè stimola la comunicazione e il confronto.

34. Qual è il tuo fumetto preferito?

Senza dubbio Topolino.

35. Cosa ricordi del tuo primo amore?

Lo schiaffo.

36. Come ti vedi tra 10 anni? Fra 20?

Bella domanda. La mia risposta te la darò tra 10 e 20 anni quando ci
siederemo in un bar a sorseggiare superalcolici alle 3 P.M. ( finiti i
Simpson) e a riparlare di questi tempi.

37. La cavolata più clamorosa che tu abbia mai sparato.

“Sono una persona intelligente". Subito dopo arrossii e corsi via.

38. Tra le faccende domestiche qual è quella che odi di più?

Io non faccio le faccende domestiche. Ho assunto una svedese alta
1.80, bionda e con una quarta di reggiseno per farle al posto mio. Che
tra l'altro, la pago in natura.

39. Qual è il tuo pasto ideale?

Una pizza, possibilmente consumata con gli amici per ricordare il
passato e progettare il futuro.

40. L’ultimo libro che hai letto.

"Eldest" di Christopher Paolini.

41. Il tuo primo cd.

"Brave New World" degli Iron Maiden, regalo dello zio per i miei 13
anni. Troppo avanti lo zio Gigi!

42. Hai a disposizione 5 ragazze diverse (possibilmente non famose, di Magreta, Formigine, Modena, a tua scelta) per fare 5 cose diverse (una per ogni attività) Giocare a basket; Giocare a briscola; Andare alla festa dell’unità; Andare a cena nel migliore ristorante della città; Suonare la chitarra.

Anche se ti dicessi i nomi, non le conosci e quindi non riusciresti
a capire il vero motivo della mia scelta.


43. La giocata migliore che ti sia mai riuscita a calcetto.

Un gol in semi-rovesciata volante L'11 luglio 1982 contro la
Germania, ingiustamente annullato.

44. Raccontaci un episodio nel quale tu sei stato il massimo della crudeltà.

Quando mi sono tagliato la lunga coda ho portato per più di 4 anni.

45. Cosa pensi di Davide Cantelli?

Assolutamente una brava persona, un ragazzo educato e con seri
principi ben integrato con gli altri e con una buona posizione
nell'alta-medio-bassa società.

46. Il miglior pregio e il peggior difetto di Andrea Paradisi.

Difetti? Quali difetti? Sono il migliore e nessuno può tenermi
testa: sono il più bello, sono il più intelligente, sono il più simpatico e
il più stimato essere nei dintorni di Magreta. Io non ho difetti! Per
quello che riguarda il pregio, sono sicuro al 99.9% (dopotutto c'è
sempre un lieve margine di errore) che sia l'umiltà.

47. Come si chiameranno i tuoi 7 figli?

Ho intenzione di chiamare i miei 7 figli come i sette nani e le mie
7 figlie come i sette peccati capitali.

48. Che voto dai a:
la tua bellezza
la tua intelligenza
la tua umiltà
questa intervista.

50-Bellezza: forse a 2.5 ci arrivo
Intelligenza: valgono anche i numeri negativi?
Umiltà: almeno 3=
Intervista: chiaramente 10!

--- E@ ---

lunedì, ottobre 30, 2006

Intervista ad Andrea Paradisi. 1^ Parte

E@ promette e mantiene! Finalmente, dopo tanto tempo, viene pubblicata la prima parte dell'intervista ad Andrea Paradisi.

Buona lettura.

1. Giovanni Verga con “I Malavoglia” ci ha descritto l’universo siciliano del “paesino” di Aci Trezza, descrivici brevemente quello di Magreta.

Cosa posso dire... Magreta è un paesino piccolo, ma si sta
inesorabilmente espandendo e questo nuocerà sulla pace e sulla tranquillità che
regnavano sovrane. é chiaro che in questo momento così delicato, la
paura dilaga a causa dell'ultimo attacco terrorista di un'estremista, un
certo Buffagni Stefano, che con quella che noi definiamo
"E.A.D.G.M.M.M.T."(emissione anale di gas molto ma molto tossico) ha quasi provocato la
morte di 9 persone per asfissia. Chiaramente ci stiamo organizzando per
la difesa dei superstiti regalando alle famiglie maschere anti-renza
per non essere colti impreparati.

2. Secondo te, qual è il personaggio più influente di tutta l’area di Magreta e Tabina?

Non c'è un personaggio in particolare. Diciamo che si è formata una
sorta di equilibrio e armonia tra la gente che la rende tutta uguale.
C'è una caratteristica che li accomuna: sono tutti miei sudditi.

3. Cosa bisognerebbe cambiare a Magreta?

Sono innamorato di magreta, anche se lei non ricambia. Comunque non
cambierei niente, anche perchè non ci sono i soldi per farlo.

4. Cosa si prova a conoscere la tua gang di compagni di merenda (Bonno, Barros, Friggilo, Gatto, ecc.)?

Ti posso dire che conoscerli è un trauma molto forte e sono ancora in
terapia. Non riesco ad uscirne. A parte gli scherzi, sono persone
fantastiche da cui è difficile separarsi e senza le quali non ci si diverte
veramente.


5. Ormai i tunelli sono una piaga sociale seconda solo al contrabbando di Loacker. Cosa puoi suggerirci per risolvere questo problema?

Non ho mai preteso di risolvere problemi, soprattutto quelli a
livello mondiale. Anche se comunque stiamo studiando un contrattacco per
fermare quei criminali.


6. Per quale donna magretese andresti, se non in capo al mondo, fino a Serramazzoni?

Non posso proprio rivelare la sua identità, ma ti assicuro che
arriverei anche più lontano.


7. Qual è la tua maglietta preferita?

Sicuramente la storica maglietta dei Pantera, che durò circa 20 mesi,
quando fu presa di mira da un paio di forbici molto affilate. Ricordo
ancora la scena: c'erano brandelli di tessuto ovunque, è stata una
carneficina. Io e i miei scienziati stiamo cercando un modo per riportarla
in vita. Siamo molto ottimisti.

8. Come e quando ti sei accorto di non essere più Andrea Paradisi e di essere diventato Hivens?

Questa è una storia che non ho mai raccontato a nessuno. Circa
all'età di 6 mesi venni rapito da un gruppo di pianisti radicali che
sostenevano che io fossi il prescelto, colui che doveva portare la luce e la
buona musica a magreta. Erano molto soddisfatti riguardo alle melodie, ma
per quanto riguardava la luce, pretendevano che io emettessi una
radiazione luminosa potente almeno 50 watt; purtroppo il massimo a cui sono
arrivato io fu 18,346. Visti i risultati e per non compromettere il
segreto della loro setta, decisero di cancellarmi la memoria. Fui ritrovato
in una custodia per tastiere pochi giorni dopo con una strana parola
tatuata sulla spalla destra: quella parola era appunto "Hivens". Da
allora mi chiamano così.

9. Scrivi un testo con senso compiuto usando le seguenti parole (almeno 3 su 4) PARADOSSO, PARACARRO, PARACADUTE, PARALITICO, PARAMILITARE, PARATA, PARASOLE, PARALIMPICO, PARADIGMA, PARABREZZA, PARABOLA, PARAFANGO, PARAFRASI, PARAFFINA, PARAGRAFO, PARAGONE, PARAGUAYANO, PARAMEDICO, PARANOIA, PARAPIGLIA.

Non ho le capacità intellettive per rispondere a questa domanda. Mi
dispiace.


10. Dove si nasconde la criminalità organizzata magretese?

IO sono la criminalità organizzata magretese e non mi nascondo.
Anzi, mi faccio vedere il più possibile, che magari se ho culo le grandi
bande criminali si arrendono e mi lasciano il monopolio delle
importazioni di gatti siberiani fatti passare per piumini antipolvere.


11. Cosa contiene il borsello che porti sempre con te?

Tutto il necessario per un'escursione sull'Himalaya, compresa una
coppia di scalatori tibetani, i migliori in questo campo.


12. Il posto più brutto in cui tu sia mai stato?

Ogni luogo in cui non sia possibile ascoltare i colossi della musica
italiana: Pupo e Fausto Papetti.

13. Parlami di tutte le donne di Bonini. Passate presenti e future.

Non saprei, non riesco a contare così veloce.


14. La prima cosa che ti viene in mente riguardo ai Simpson.

Sicuramente la bravura di Homer Simpson come attore, che nonostante
il nobel per la letteratura nel1998 e quello per la chimica nel 2001,
riesce molto bene a fondere l'intelligenza con la più assoluta e
preoccupante demenzialità che il suo personaggio ci mostra.

15. La cosa più strana che ti sia mai successa a scuola.


Prendere una sufficienza in chimica organica. é stato uno dei
momenti più brutti della mia carriera. un 7! Ti rendi conto! La mia media
tranquilla tra il 2.36 e il 2.44 e di colpo mi passa a 3.52! ci ho messo
la bellezza di due mesi per tornare allo stato iniziale.



16. Ormai la tua frase “Se io dico Yammala…” è diventata storia della letteratura. Stai lavorando ad altre perle?

Ho alcuni progetti in mente, ma niente raggiungerà mai i livelli
della massima sopra citata. Al solo pensiero di produrne un'altra di tale
impatto filosofico, mi fa venire la pelle d'oca.

17. Raccontaci la tua prima rissa.

Fu per un pianoforte a coda che addocchiai quando avevo 4 anni. Il
negoziante continuava a dirmi che non potevo permettermelo e allora,
preso da uno scatto d'ira, l'ho atterrato con una testata in pieno volto
che lo ha tramortito. Sto ancora pagando gli alimenti alla sua famiglia.

18. Com’è la ragazza media magretese? Ti ordino di dirmelo perché mi interessa veramente.

Se vuoi ti rimedio un appuntamento al buio. Che ne dici? Mi basta
una chiamata e ti rimedio la puledra che aspettavi da tutta una vita.

19. Come e quando, di preciso, Alby è diventato uno sciupafemmine?

Che io sappia ci è nato, anche perchè ricordo che già all'asilo,
ciaveva provato con tutte, spezzando tanti piccoli cuoricini di tante
piccole bambine. Ma ora ha messo la testa a posto...al suo posto e cioè sul
collo, perchè per un certo periodo la portava in mano e non era un
bello spettacolo.

20. Quali sono le tue piccole gioie che fanno grande la vita?

La salute(poca), la maestria nelle tastiere(molto poca) e qualche
sveltina qua e là(pochissime, praticamente mai).

21. Hai mai procurato male fisico a qualcuno?

"No, sono una persona buona e altruista. Cerco di fare del bene
appena posso, anche sacrificando tutto il mio tempo a disposizione".
Discorso perfetto per miss america, non trovi?

22. Da quale ideale non ti allontanerai mai?

Ne sto discutendo con il mio cervello, ma non ne veniamo a capo.
Appena imparo qualcosa te lo dico.

23. Una nazione in cui ti piacerebbe vivere.

La Svezia per il freddo, i paesaggi innevati e per le pollastre che
sforna ogni anno.

24. Il tuo gruppo musicale ideale. Indica un nome ( di un musicista famoso) per ogni strumento. Basso, tastiera, batteria, voce, 1°chitarra, 2°chitarra Infine, come chiameresti questo gruppo?

Voce: Freddy Mercury (Queen)
Chitarra1: Slash (Guns'n'Roses)
Chitarra2: Kirk (Hammet Metallica)
Basso: Flea (Red Hot Chili Peppers)
Tastiera: Billy Powell (Lynard Skynard)
Batteria: Alex Holzwarth (Rhapsody)
Nome: I Fighi

....

La seconda parte dell'intervista verrà messa on-line nei prossimi giorni.

--- E@ ---

venerdì, ottobre 27, 2006

Calcio a 5: San Donnino B vince ancora.

Il San Donnino ottiene, ancora una volta, il massimo risultato. I tre punti conquistati giovedì sera sono stati, sì meritati, ma anche, molto più sudati di quelli della prima giornata. Il risultato finale, infatti, è stato un vivace 7 a 3 per gli ex-wiligelmini. Gli avversari ( una formazione ostica e, tecnicamente, di livello buono) si sono comportati bene e si sono presentati più volte dalle parti di Casagrande. Hanno pesato, più che altro, le loro gravi incertezze difensive che hanno permesso agli "All Blacks" di Panini di tracciare il solco decisivo per la vittoria finale. Questi errori, invece, non sono stati commessi dai giovani universitari che, nel reparto arretrato, hanno sempre mostrato un alto livello di concentrazione per tutta la durata del match.

Pagellone

Casagrande - Attento, sicuro e concentrato. Annoiato nel primo tempo, si rivela determinante nella ripresa. Può essere protagonista. Voto 7+

Miles - La sua prestazione convincente (ormai, non ci si stupisce più della sua costanza) è macchiata dal rigore sbagliato nelle battute iniziali della partita. Non sbaglia una chiusura sul portatore di palla avversario. Sempre con il coltello tra i denti. Voto 7

Panini - Sempre prezioso in difesa, si sta creando, anche, una fama da uomo-gol. Infatti, apre le marcature dell'incontro, per la seconda volta consecutiva. Si conferma importante. Voto 7,5



Parenti - Ribadisce la sua supremazia a centrocampo. Un pallone tra i suoi piedi è in cassaforte. Si procura il rigore e segna due gol. In parole povere, ha seminato il terrore nella metà campo avversaria. E' decisivo, e lo sarà ancora. Voto 8

Soncini - Subentrato negli ultimi dieci minuti dell'incontro, conferma i miglioramenti visti nell'ultima partita. Impeccabile tatticamente, è sempre nel posto giusto al momento giusto per fermare l'offensiva avversaria. Farà parlare di sé. Voto 7

Cantelli - Non è nelle migliori condizioni fisiche. Non sembra avere le idee chiare sulla gestione del pallone. Segna, comunque, un gol importante per l'economia dell'incontro. Può giocare partite migliori. Voto 6,5

Feffo & Giacomo - Sono innesti importanti ed esperti in una squadra giovane come quella del San Donnino B. Sanno farsi valere in mezzo al campo e, insieme, segnano ben tre gol. Voto 7,5

La prossima settimana il campionato osserverà un turno di riposo. Ma in vista del big match contro il "Bar Ballentine" (vincitore del precedente torneo), verrà organizzata un amichevole in famiglia contro la squadra capitanata da Simone Dondi, impegnata in un altro girone del campionato di terza serie CSI.

--- E@ ---

mercoledì, ottobre 25, 2006

Stronzate.

«Uno dei tratti salienti della nostra cultura è la quantità di stronzate in circolazione. Tutti lo sanno. Ciascuno di noi dà il proprio contributo. Tendiamo però a dare per scontata questa situazione. Gran parte delle persone confidano nella propria capacità di riconoscere le stronzate ed evitare di farsi fregare. Così il fenomeno non ha attirato molto interesse, né ha suscitato indagini approfondite. Di conseguenza, non abbiamo una chiara consapevolezza di cosa sono le stronzate, del perché ce ne siano così tante in giro»
(Harry G. Frankfurt)

domenica, ottobre 22, 2006

Stefano Benni

Il tarlo Carlo era roso da un tarlo:
scrittori si nasce o si diventa?
e a forza di domandarlo
morì senza diventarlo.

Dice la legge del saggio orsacchiotto:
meglio un bel libro al cesso
che un libro di merda in salotto.

Il rospo letterato
dice che si scrive troppo
e per sostenerlo ha scritto
libri centoventotto.

Audio, navigo, video
è un mondo da esplorare,
ma senza dimenticare
sentire, viaggiare, guardare.

Stefano Benni citato da E@

S&S: soddisfatti e sconvolti...

Mega partitone oggi. Oggi abbiamo strappato con le unghie e con i denti un 2 a 2 incredibile, anche in inferiorità numerica. Sono troppo sconvolto, quindi non credo proprio che sarò in grado di scrivere qualcosa di sensato.

Ciao gente

--- E@ ---

mercoledì, ottobre 18, 2006

Calcio a 5: debutto positivo per il San Donnino.

Il San Donnino si è imposto sulla squadra del "Mobilificio Zara" con il punteggio di 11 a 2. I giovani ex-wiligelmini hanno dominato pressoché per la totalità dell'incontro e hanno mostrato un buon livello di gioco. Ha aperto le danze il capitano, Fabio Panini, che ha trafitto il portiere avversario con un preciso rasoterra. Protagonista dell'incontro è stato Fabio Parenti: 5 gol per lui sono più che sufficienti per assicurargli la palma del migliore in campo. Merito anche degli assist servitigli da Bonini, che ha sempre giocato i palloni con intelligenza. In difesa Miles è stato al limite dell'invalicabile. Da segnalare anche le sue fucilate su calcio di punizione. Tra i pali, Casagrande non è stato assolutamente interpellato per tutto il primo tempo. Nella ripresa, invece, si è messo in evidenza con qualche buon intervento che ha dato sicurezza alla squadra. In crescita sono stati Cantelli e Soncini. Hanno dimostrato buone potenzialità e si ritaglieranno sicuramente uno spazio ancora maggiore nelle prossime partite. Nonostante i primi 3 punti conquistati nel campionato di 3^ Serie CSI, l'allenatore Marco Panini predica umiltà: - Abbiamo iniziato il secondo tempo con un ritmo troppo basso e ci siamo fatti schiacciare. Poi abbiamo riniziato a giocare. In futuro, sarà meglio evitare un atteggiamento del genere. -
Appuntamento, quindi, a giovedì prossimo, con la seconda giornata di campionato.

--- E@ ---

lunedì, ottobre 16, 2006

Un ringraziamento sentito.

Vorrei ringraziare Frà Bonini.
Oggi è venuto a casa mia per testare il basso che è stato "rinvenuto" nel solaio di mia nonna. Si è portato dietro l'ampli è ha improvvisato un piccolo "live" acustico... Inoltre, mi è stato anche d'aiuto per l'acquisto dell'amplificatore su internet, poiché, la mia intenzione sarebbe quella di iniziare a imparare a suonare il basso.
Che dire, Bonno è stato veramente spettacolare.

Grazie ancora Frà

--- E@ ---

sabato, ottobre 14, 2006

Il nuovo sito dei Batmen Blues è on-line.

Cari internauti, vi obbligo con la forza della violenza ad andare a visitare il nuovo mega-sito dei Batmen Blues (vedi sezione link), la vera blues band made in Magreta.
All'interno troverete nuovi interessanti contenuti: la bio della nuova sassofonista, il repertorio della band e un test per mettere alla prova la vostra conoscenza sulla storia del gruppo.
Mi raccomando, dateci un'occhiata!

--- E@ ---

martedì, ottobre 10, 2006

E@ Report: I MetallicA

Un film molto divertente ("School of Rock") presentava una precisa divisione delle famiglie della musica rock: blues, country, hard rock e Heavy Metal. Iniziando da questo genere, uno dei gruppi più rappresentativi dei nostri tempi, i Metallica, hanno finito per influenzare, in maniera rilevante, tutti gli altri.
Forse, se non ci fossero stati, oggi non intenderemmo il rock come lo intendiamo, nel bene e nel male.
Nella loro storia, ormai, più che ventennale, hanno toccato quasi ogni singolo anfratto della "musica dura", che, per quanto concerne la realizzazione, ha sempre e solo coinvolto chitarra ritmica, chitarra solista, basso e batteria.
Il pregio della formazione nord americana (originaria di Los Angeles, ma impiantatasi a San Francisco) è quello di essere nati come una garage-band, cioé di essere un gruppo che concepisce e realizza i propri lavori nel garage di casa, prima ancora di registrarli in studio.
Infatti, tutto iniziò con un annuncio su un giornale. Lars Ulrich, giovane promessa danese del tennis si era trasferito negli Stati Uniti per proseguire la sua maturazione sportiva. Ma il suo interesse principale era la musica, o meglio la batteria. Così, grazie all'inserzione sul "The Recycler" poté incontrare James Hetfield, voce e chitarra ritmica.
Ad essi si aggiunsero poi Dave Mustaine (chitarra solista) e Ron McGovney (basso).
Nacquero così i Metallica. Era il 1981 e l'età media del gruppo non arrivava ai diciannove anni.
Gli inizi furono problematici per il gruppo. Non tanto per il talento, che certo non mancava, bensì all'atteggiamento di Mustaine, il quale faceva abbondante uso di alcool e droghe, non riuscendo, così, a concentrarsi pienamente sulla musica.
La sua condotta rissosa causò l'abbandono di McGovney solo un anno dopo la nascita della band.
Il suo posto fu preso da Cliff Burton.
Successivamente, la band si trasferì da Los Angeles a San Francisco, perché la città degli angeli era considerata troppo "glam". Gruppi, come Motley Crue e Ratt, trovavano più consensi rispetto alla velocità e all'aggressività della formazione di Hetfield e compagni.
Ma, nella nuova città, i Metallica non riuscirono a trovare abbastanza denaro per potere effettuare una registrazione professionale.
Fortunatamente, dal New Jersey, precisamente da New York, giunge la chiamata di un giovane produttore, Johnny Zazula, il quale avrebbe successivamente lavorato con Overkill e Antrax.
Il viaggio verso la grande mela non è importante solo per il fatto che questa costituisce la prima e vera opportunità data ai Metallica di mettersi in luce, ma anche per la cacciata di Dave Mustaine, a causa dei suoi problemi di droga e alcool. Fonderà poi un nuovo gruppo, i Megadeth.
Il nuovo chitarrista è Kirk Hammet (già negli Exodus), allievo di Joe Satriani.
E' il 1983. E' l'anno di "Kill 'em all", il primo album.
E' semplicemente un capolavoro: estremizzando le sonorità del punk (Sex Pistols), portando a compimento l'opera iniziata dai Motorhead (cioé il trash metal, basti pensare alla loro hit "Overkill"), i Metallica inventano lo speed metal, sebbene questo genere, riesca a trovare più spazio nell'album successivo.
Di "Kill 'em all", segnaliamo "Hit the lights" e "The Four horsemen", due brani semplicemente unici.
Nel 1984, dopo il primo tour europeo, in veste di spalla dei Venom (padri dimenticati del doom e del black metal), esce il secondo album: "Ride the Lightning".
In questo disco, lo speed è ormai maturo per essere fuso con il trash: il risultato finale sarà la nascita dell'heavy metal come oggi lo conosciamo.
Rispetto a "Kill 'em all" possiamo osservare alcune differenze: infatti, vengono presentati nuovi concetti riguardanti il tema della "morte". Se in "Kill 'em all", essa era vista da un ottica di metropolitana, chiusa e di disagio, ora viene universalizzata e giunge a possedere connotazioni maggiormente nichilistiche. Basti pensare a "Fade to black" e al senso di abbandono che trasmette (...I have lost the will to live, simply nothing more to give, there is nothing more for me, need the end set me free...). Di questo album, si possono tranquillamente segnalare tutte le canzoni ("Ride the lightning","Fight fire with fire","For whom the bell tolls","Creeping death"... ecc.), perchè sono tutte una più bella dell'altra, per la carica e le emozioni trasmesse.
Nel 1986, esce "Master of Puppets". Un album che non è d'avanguardia come "Kill 'em all", che, concettualmente, non dice nulla di nuovo rispetto all'ultimo album, che, però, porta a totale compimento la costruzione dell'heavy metal.
Per quanto riguarda le canzoni, ricordiamo "Master of Puppets" (che ha lo stesso valore intrinseco di "The Four Horsemen"), "Disposable Heroes" (niente più Motorhead, solo vero metallo d'acciaio made by Metallica), "Battery" (il giro iniziale di acustica ricorda quello di "Fight fire with fire" ma la violenza è martellante, quasi assassina).
Il 27 settembre 1986, in Svezia, in un incidente all'alba sul pulmino del gruppo, muore a 24 anni Cliff Burton. Il nuovo bassista sarà Jason Newsted (meno talentuoso e comunicativo rispetto al suo predecessore).
In quella notte nordica, non morì solo uno degli artisti più rappresentativi della storia del rock, ma anche tutta la dote artistica dei Metallica.
Dopo un EP di cover ("Garage days re-visited") la band pubblicherà nel 1988 "...And Justice for all".
Un album che, di fatto, costituisce un mezzo passo falso: è troppo lungo (65 minuti abbondanti), monotono, la batteria non eseguirà mai un cambio di ritmo, un cambio di velocità degno di tal nome. Se, in precedenza, si segnalavano molti brani più che degni di essere ricordati, ora, invece, si fa fatica a trovarne qualcuno meritevole di nomina. Possiamo citare lo strumentale "To live is to die" (dedicato allo scomparso Burton) e "One". Soffermandoci un istante, si può osservare come questo brano sia un rifacimento di "Fade to black" (le note sono pressoché le stesse) e di come aprì la strada alla diffusione del metal come fenomeno di "Mainstream": infatti, su Mtv, di "One" fu trasmesso il videoclip. Ora, un genere cupo, freddo e underground, sta per essere reso oggetto di ampio consumo.
Ciò si concretizzerà nel 1991 con l'album "Metallica", o meglio noto con l'appellativo di "Black Album", a causa della copertina completamente nera. La band non fa più paura, non è più tagliente e cattiva come una volta. Se, in precedenza, partiva all'attacco con le spade di "The Four Horsemen", ora, tenta un'improbabile offensiva con le forbici a punta arrotondata di "Enter Sandman". Non c'è più heavy metal, ce n'è solo un surrogato edulcorato, un metal-rock che successivamente avrebbe ispirato il grunge (Nirvana). Il Metal svanisce come una bolla di sapone per diventare rock-ballad commerciale con "Nothing else matters".
Di questo album, si può ricordare, in positivo, "The Unforgiven". Un brano sincero, ma che sa essere, allo stesso tempo, determinato e deciso, grazie ai riff di chitarra. Nonostante tutto quello di negativo che si è potuto dire su questo album, esso è stato quello più venduto in assoluto nella storia della band: 23 milioni di copie in tutto il mondo.
E cosa succede dopo il 1991? Live semplicemente colossali in ogni angolo del globo e performances di altissimo livello. Ma questi sono anche gli anni in cui, l'heavy-metal , in se per sé, è in profondo declino. Gli anni novanta sono caratterizzati dal death, dal gothic, dal progressive, da gruppi come Korn, Deftones e personaggi efferati come Marilyn Manson.
Dopo 5 anni di silenzio, i Metallica danno alla luce "Load". Settantacinque minuti di nulla, di hard rock, country, con una presenza consistente di blues, ma nient'altro. Di fatto, la band decide di suonare musica che non è nel suo dna.
Di quest'album, essendo molto, ma molto, generosi, potremmo salvare "The outlaw thorn", un rinoceronte di prog metal di quasi dieci minuti di durata.
Nel 1997, esce "Reload" e viene considerato come un album fatto con gli scarti del precedente (il gruppo aveva prodotto quasi tre ore di materiale). Tutte le "belle" parole spese per l'album precedente possono essere tranquillamente riproposte. Di questo LP, si può evidenziare "The Unforgiven II", versione country di quella proposta nel "Black album", ma non è per niente nulla di stratosferico. E' orecchiabile, gradevole. Punto.
Nel 1998 esce un monumentale album di cover "Garage Inc", rievocazione del vecchio "Garage days". Se, da un lato, si può rilevare il lato commerciale dell'operazione, dall'altro è possibile osservare come i Metallica riescano a dimostrarsi degli ottimi storici del rock. Infatti, svelano tutti gli elementi originari dell'Heavy Metal: dall'Hardcore (punk made in USA), all'Hard-Rock, passando per il blues (con particolare riferimento a Nick Cave). Numerose formazioni, grazie a questo cd, tornarono in auge. ricordiamo i Diamond Head (unica vera meteora del Metal), Thin Lizzy (hard-rock irlandese), Misfits (punk)e Killing Joke (punk/funk).
L'anno dopo "Garage inc", esce "S&M". E' un live del 1999, realizzato con la "San Francisco Symphony Orchestra" di Michael Kamen, dove i più grandi successi della band vengono riarrangiati per l'occasione. Questo album ha diviso i fan dei Metallica. Da un lato, si apprezzava la sperimentazione compiuta da Hetfield e compagni, ma dall'altro si sentiva la puzza di bruciato della vecchia retorica americana,e, soprattutto, della mancanza di creatività.
Il 2001 è un anno molto difficile per i Metallica. Jason Newsted lascia la band, per controversie con gli altri componenti. Nel luglio dello stesso anno, Hetfield avvia un programma di recupero dalle dipendenze (alcool, fumo e droga). Per quasi un anno, l'attività della band rimane sospesa e viene sfiorato lo scioglimento.
L'anno dopo, Hetfield esce dalla riabilitazione e con la partecipazione, al basso, del produttore Bob Rock, la band inizia la composizione dell'album "St Anger.
Nel frattempo, viene ingaggiato un nuovo bassista, Robert Trujillo, già con Ozzy Osbourne e Suicidal Tendencies.
Nel giugno del 2003, esce "St Anger". Musicalmente, si discosta molto da quanto presentato con "Load/Reload" e il gruppo sembra quasi ripercorrere a ritroso il proprio itinerario musicale, sembra stia come cercando di nuovo i propri passi sulla via del metal. Questo album si distingue per due elementi.Il primo è il particolare suono prodotto dal rullante. Infatti, Lars Ulrich sembra percuotere, più che altro, dei bidoni in metallo. Ciò è udibile in brani come la title track e "Frantic". La seconda peculiarità da rilevare è la totale assenza di assoli. Per tutto l'album, infatti non si sente una traccia veramente personale lasciata da Kirk Hammet, cosa alquanto inusuale. La band ha giustificato questa mancanza dichiarando che l'album è stato scritto di getto. Quindi non vi sarebbe stato il tempo materiale per inventarsi segmenti, destinati solamente alla prima chitarra.
Nonostante tutto, "St Anger" rimane un album sostanzialmente povero. Non è così orribile come "Load" e "Re-Load" ma non ha neanche riscosso il successo del "Black album". Di conseguenza, non può che essere lontanissimo dai lavori degli anni ottanta, "...And justice for all" compreso.
In definitiva, cosa il futuro riserverà ai Metallica? Il gruppo continua a comportarsi molto bene dal vivo, ma l'impressione comune è che la formazione abbia già detto tutto quello che poteva dire. E non è poco, considerando quello che hanno dato al mondo del rock. Comunque, sono iniziati già da tempo i lavori per il nuovo album, del quale, alcune canzoni sono già state presentate ai concerti di questa estate a Berlino e all'Heineken Jammin Festival (Imola). L'uscita di quest'album è prevista per l'estate 2007. La speranza è che sia un lavoro all'altezza del nome della band e che, soprattutto, sia un vero e proprio ritorno alle origini. Un ritorno all'Heavy Metal.

--- E@ ---

domenica, ottobre 08, 2006

What is democracy?

"Mosca, 7 ott . (Adnkronos) - La giornalista russa, Anna Politkovskaya, nota per i suoi reportage molto critici nei confronti della guerra in Cecenia e dell'amministrazione del presidente Vladimir Putin, è stata assassinata nella sua abitazione a Mosca. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa Interfax. (Adnkronos)"

"RUSSIA: UCCISA A MOSCA NOTA GIORNALISTA CRITICA DEL CREMLINO MOSCA - La giornalista russa Anna Politkovskaia, nota per le sue posizioni critiche nei confronti del Cremlino particolarmente per il conflitto in Cecenia, e' stata uccisa oggi a Mosca, riferisce l'agenzia Interfax. Il corpo della giornalista e' stato trovato in serata nell'ascensore di casa. A un primo esame la morte sembra dovuta a colpi d'arma da fuoco. La polizia ha trovato nell'abitacolo una pistola con quattro colpi esplosi.
Dimitri Muratov, direttore del quotidiano 'Novaia Gazeta' per il quale la giornalista uccisa lavorava come editorialista, ha dichiarato che l'omicidio 'sembra essere una punizione per i suoi articoli'. Politkovskaia, 48 anni, aveva fra l'altro lavorato a una rigorosa inchiesta sulla corruzione in seno al ministero della difesa e del contingente russo in Cecenia. Nella sua lunga attivita' di paladina dei diritti umani nella piccola repubblica caucasica, si era fata molti nemici, sia fra le forze russe che fra i guerriglieri. Sul luogo del delitto, un edificio residenziale in un quartiere popolare di Mosca, sono andati il viceprocuratore generale russo Viktor Gring e il procuratore della capitale Iuri Siomin, a testimonianza dell'attenzione con la quale la vicenda viene seguita in Russia. Gli inquirenti hanno confermato che la morte e' dovuta a quattro colpi sparati da una pistola Makarov, poi abbandonata sulla scena. [...] La Politkovskaia aveva nel 2000 vinto il premio 'Penna d'oro', l'equivalente russo dell'americano Pulitzer. Aveva anche scritto un libro dal titolo evocativo: 'Viaggio all'inferno - diario ceceno', nel quale aveva denunciato dettagliatamente gli abusi compiuti dalle forze armate russe contro la popolazione cecena.
(ANSA) "

Commento mio: Voi ci credete alle coincidenze?


--- E@ ---

martedì, ottobre 03, 2006

E@ si autointervista a proposito di Fabio...

Domanda: - Dunque, quando hai conosciuto Fabio? -

Risposta: - Era una mattina di settembre insolitamente soleggiata. Era il primo giorno di scuola della prima superiore. Incontrai Fabio nella mia medesima classe. Nulla sarebbe stato più come prima. -

D: - Qual è stato il tuo primo pensiero su di lui? -
R: - I suoi riccioli morbidi e voluminosi non potevano certo passare inosservati. Ho passato i primi due anni di liceo a contemplarli. Ciò si è visto nel mio infimo rendimento scolastico... -

D: - Nel corso degli anni, cosa avete condiviso? -
R: - Non poche esperienze e "avventure" di tipo letterario: basti pensare al ciclo di 6 racconti di "Super Fabio" (opera purtroppo andata perduta). Inoltre, è stato un valido compagno di squadra di calcetto. -

D: - Però ci sono stati anche momenti di tensione... -
R: - Sì, esatto. Mi ricordo di come, un giorno, in seconda, preso da un raptus di follia, impugnai le forbici, appena affilate dall'arrotino, e gli asportai indebitamente una "piccola" ciocca di capelli... La sua ira fu a dir poco funesta... -

D: - A tuo avviso, qual è il principale difetto di Fabio? -
R: - Domanda molto interessante. Innanzitutto è juventino. E questo è male. Inoltre, non gli piace bere birra. Ma che dire, "De gustibus non disputandum est" ... -

D: - Cosa, invece, ti garba assai di Fabio? -
R: - La sua abilità nell'arte numerica che ho già declamato, a diverse riprese, in passato. Comuque, in generale, è una persona squisita, un ottimo uomo. Ha un grande futuro da ingegnere, non come Cantelli che farà lo scavatore di fossi in campagna o come Casagrande, che andrà a finire in un call center... -

D: - ??? Vabbé, le attività di Cantelli e Casagrande meritano spazio altrove, comunque, tornando a Fabio, cosa gli vorresti dire? -
R: - Oggi, 3 Ottobre 2006, fa già 19 primavere. Io vorrei fargli un accorato augurio di buon compleanno. Sempre in canna vez! -

D: - Grazie mille per l'intervista E@ -
R: - Grazie a te e un saluto ai lettori del blog XD -


--- E@ ---

PS: Ho proprio il cervello lussato...

lunedì, ottobre 02, 2006

Una settimana di università...

E' già passata una settimana dall'inizio dell'università. Tempo di bilanci? Assolutamente no, troppo presto per trarre conclusioni. Quindi, argomento rimandato a data da destinarsi...
Per adesso guardo al fatto che stanotte ho dormito praticamente zero e che oggi ho una giornatina che si conclude alle ore 19:00 , cioé l'ora del mio ritorno a casa.
Stamattina è stato un po' frustrante prendere l'autobus alle 7:03 , arrivare in stazione, accorgermi di essermi dimenticato di rinnovare l'abbonamento, dovere fare la fila per comprare il biglietto a&r, perdere il treno delle 7:19 (che mi avrebbe fatto arrivare in facoltà, con calma e serenità, alle 8 in punto), aspettare all'ignoranza un treno che non passa in orario e prenderne un altro che è arrivato a Rez a pelo... Considerando che sono giunto in laboratorio con un ritardo di un quarto d'ora. Tollerabile, sì, ma, sinceramente, preferirei evitare queste cose.
Per il resto, sto ricevendo un numero sempre maggiore di dimostrazioni che, se faccio di testa mia, dando retta il minimo indispensabile a chi di dovere, E' MEGLIO!!! Vedi la partita di calcio giocata ieri (e persa con un tennistico 6 a 0)e stamattina in stazione ("Prendiamo questo treno?";"No, arriva dopo rispetto a quello che passa adesso." ; Un "Adesso" che non si è mai concretizzato, visto che il treno che doveva passare, non è passato)...

Oooooookay.... Vaaaaaa Beeeeeneee....

Stiamo up, perché oggi ho una giornata universitaria che è, di fatto, una pallonata nell'inguine...

PS: Questo post è stato scritto da uno dei pc della biblioteca di facooltà. Un gran bel posticino...

E@

sabato, settembre 30, 2006

Lo strano mondo di Mariagiulia Nozzi.

Se, nelle vostre vite miserabili ed inutuli, vi capitasse di vagabondare senza meta nell'area formiginese, allore potreste fare un salto in una delle zone più problematiche della città: Baggiovara.
Questo, non perchè la ridente e allegra frazione sia abitata da bruti che non raccolgono i bisogni dei loro cani o perché gli adolescenti passano il tempo facendo le boccacce agli anziani, bensì, perché qui conduce la sua esistenza quella particular donzella che risponde al nome di Mariagiulia Nozzi.
Nata a Canberra nel 1988, Mariagiulia ebbe un trauma infantile di una certa entità che la introdusse nel mondo della "Sindrome di Obelix": infatti, all'età di 3 anni cadde dentro un pentolone... colmo di Nutella. Da qui, la sua carnagione particolarmente cioccolatosa.
Nel 1994 inizia la scuola elementare. Si fece subito notare per gravi problemi disciplinari. Infatti, fu richiamata più volte perché gestiva un racket di nastrine del mulino bianco.
Successivamente, per comunione di intenti e di idee (più che altro criminose), fece amicizia con Giulia Giovanardi (giocatrice, a livello mondiale, di ruzzola e tamburello) e Francesca Mori (presunta promessa della danza italiana).
Il 1996 è un anno positivo. Infatti, compone "Chef Tony is my friend" la sua prima (e ultima) raccolta di poesie in inglese, dedicata al cuoco compianto e ai coltelli miracle blade.
Il 1998 è un anno problematico. Infatti, oltre alla Nutella, si è aggiunta la dipendenza da zabaione. Ciò la costrinse ad entrare nel "Centro Disintossicazione Alimentare Giuliano Ferrara & Giampiero Galeazzi".
A cavallo del nuovo millennio, la giovine Mariagiulia esce dal centro con il consenso del giudice Santi Licheri ed inizia uno studio matto e disperatissimo tuttora non concluso. Infatti, ha scritto saggi su argomenti di importanza come "Fonetica del film muto", "Iconografia per non vedenti", "Letteratura Babilonese contemporanea", "Geografia Vaticana" e un trattatello storico sulle colonie della Repubblica di San Marino, opera senza titolo.
Sfruttando la curvatura spazio-temporale creata da un cucchiaio conficcato in un barattolo di yogurt, saltò gli anni delle scuole medie ed arrivò direttamente al liceo Wiligelmo.
Qui consoliderà i rapporti legati con quelle losche donne del Club delle Ragazze, che ora comprenderà anche la chitarrista Mariachiara Vaccari.
L'invidia della prof di italiano nei confronti dei suoi mirabolanti studi le costò però la promozione nella classe quinta. Anche Einstein ebbe problemi con la sua insegnante di matematica.
L'estate 2006 si conclude, di fatto, con il festeggiamento del suo diciottesimo compleanno, un evento a dir poco memorabile.
Mariagiulia Nozzi continuerà a segnare, a lungo, le nostre vite, con calci, pugni e scapelotti sul cranio.
La speranza comune è che non si faccia sopraffare da tutti quegli eventi che tendono a reprimere lo spirito umano, ma che tragga forza per reagire, rinascere e fare a vedere, a tutti quanti, quale ragazza spettacolare sia.

E@

lunedì, settembre 25, 2006

Il debutto all'università...

Il cellulare annuncia la sveglia alle 6 e mezza, anche se non ce ne sarebbe stato bisogno, visto che, per tutta la notte, sono stato vigile come una sentinella dei Navy Seals. Sarà stato il lauto pasto consumato alla sagra, sarà stata la lauta quantità di lambrusco consumata, sarà stata forse la tensione, la concentrazione in caricamento per il primo giorno di università.
Università.
Ancora come parola mi fa un certo effetto.
Docciati, fa colazione, abbigliati e gettati in strada a catturare l'autobus rampante sulla via per la stazione dei treni.
Intercetti la "Magica Coppia", cioé Parre & Soncio (in rigoroso ordine alfabetico) diretti a Bologna, e prendi il trenino diretto verso la ridente città di Reggio, patria di fabbricanti di latte (Giglio) e di scadenti squadre di calcio (Reggiana) [eheheh] ...
Giungo in città, conquisto la facoltà ed entro in aula di informatica alle 8:31, in ritardo di ben un minuto.
I posti erano quasi tutti occupati, tranne, per fortuna un buchetto piccolo piccolo in penultima fila, vicino alla finestra.
Fuori piove.

La mattina scorre via, prima Informatica, poi linguistica generale.
Tra mezzogiorno e la presentazione della facoltà, da parte della preside e di tutta la ghenga dei prof e del personale di segreteria, c'è giusto il tempo per una piadina con la porchetta e la fontina (così andai in paradiso per 15 minuti).

Alle due inizia la lezione di diritto.
La docente è di mezza età. Pare subito decisa, determinata e convinta.
Dopo i primi 10 minuti di presentazione, esclama "Prima di iniziare a spiegare la costituzione voglio dirvi una cosa: sembro stronza, ma non lo sono!"
Le 3 ore e pass di lezione passano piuttosto bene.

Nell'arco di tutta la giornata non ho conosciuto nessuno, ho solo beccato una mia amica di comunicazione e marketing alla presentazione, ma nulla di più.

La prima gionata è stata molto intensa. Era un bel po' che non stavo attento così a lungo a delle lezioni. Posso dire che nell'arco di un solo giorno ho bruciato tutte le energie di un quadrimestre :-)

Poi, mio padre, mi sorprende e mi viene a prendere in stazione, quando ormai stavo per prendere il treno...

E così eccomi qui a casa.

Finalmente...

E@

Momento umoristico

Ogni tanto, la pattumiera denominata internet vomita siti come Nota Disciplinare...
Questa "Nota" merita parecchio...

"Gli alunni G.G.,.R.P;L.C, e D.S, entrano dieci minuti in ritardo alle lezione di religione , R.P sdraiato su una rudimentale asse portata da i suoi due compari e GG con un mantello bianco e un lumino da cimitero. GG dopo avere parlato in latino maccaronico proclama beato RP e narra imitando Sua Santità il miracolo dei "12 spritz in un ora " avvenuto il sabato sera ad opera del beato che dopo è caduto in estasi mistica.Trovo blasfemo e inaccettabile il comportamento dei quattro alunni ma ancora più fastidioso è stato l'applauso dei compagni. Mi rifiuto di fare lezione nella classe e chiedo lo a sospensione con obbligo di frequenza per gli alunni GG,RP,LC e DS. ." (inviata da Rudy)

E@

sabato, settembre 23, 2006

Ultimo week end...

Venerdì 22 settembre è stato il compleanno di uno degli uomini più illustri della nostra amata terra modenese: Andrea Paradisi, in arte Hivens, Jack Masticaz... ecc ...
Il blog di eroadirato celebrerà questo evento pubblicando, fra pochi giorni, l'intervista impossibile, fatta dal sottoscritto, al noto tastierista magretese.
Per il resto questo week end sancisce la fine di queste vacanze estive.
Domani sera sarò di turno presso la sagra della parrocchia Santa Teresa per servire ai tavoli del "Restaurant". Se volete farvi due risate e sparare un po' di cavolate in compagnia, siete i benvenuti...
Lunedì, iniziano le danze all'università di Reggio...

giovedì, settembre 21, 2006

Giornalismo sempre più pericoloso...

Sono 580 i giornalisti uccisi negli ultimi 15 anni in tutto il mondo, con una media di tre professionisti dell’informazione assassinati ogni mese, spesso per aver indagato o criticato governi e forze armate: è questo il bilancio della ‘Commissione per la protezione dei giornalisti’ (‘Committee to Protect Journalists’ - Cpj), un’organizzazione non governativa con sede a New York attiva nella promozione della libertà di stampa, in occasione della presentazione del suo ultimo studio. I paesi più pericolosi per cronisti, freelance, foto-reporter e operatori radio-televisivi sono l’Iraq, dove i morti sono stati 78, l’Algeria (60), la Russia (42), la Colombia (37), mentre il 2005 è stato uno degli anni più sanguinosi in assoluto per la professione, con 47 professionisti dell’informazione caduti. Quest’anno sono stati per ora 31 i giornalisti deceduti, 20 dei quali nel solo Iraq. “Il giornalismo è diventato una professione piuttosto pericolosa” ha detto il direttore esecutivo di Cpj, Joel Simon, aggiungendo che “c’è stata una crescente consapevolezza di questo dato di fatto, specialmente con la guerra in Iraq. I giornalisti iracheni sono diventati sempre più vulnerabili”. Al di là degli inviati caduti mentre seguivano conflitti, l’85% delle vittime della professione è composto da giornalisti locali. Drammatico, infine, un altro dato: 7 professionisti dell’informazione su 10 hanno perso la vita per aver criticato o attaccato il governo o le istituzioni.

(Fonte misna)

mercoledì, settembre 20, 2006

Comunicazione di servizio...

Nuovo arrivo nella sezione "Links"!!!
La dicitura "Altri scritti di eroadirato" vi porta nel mio diario personale del TED (il portale degli studenti della provincia di Modena).
Il link apre una pagina con una lista dei miei scritti, non proprio "d'annata", ma comunque di un po' di tempo fa, prima che aprissi questo blog.
C'è un po' di tutto: cose carine, belle e meno belle.
Non sono solo raccontini: ci sono anche commenti, riflessioni (???), citazioni, cavolate e molto altro...

UN consiglio: per visualizzare tutte le pagine scritte, cliccate su "Lista di tutte le pagine". ;)

Ciao by

E@

Eh...

L'esperienza è il tipo di insegnante più difficile.
Prima ti fa l'esame, poi ti spiega la lezione.

martedì, settembre 19, 2006

... Viviamo "Strange days"...

Oggi mi sento strano.
E' da stamattina che verso in uno stato d'animo insolito.
Forse è noia. Gli ultimi giorni prima dell'inizio dell'università si comportano diversamente da quelli del resto delle vacanze.

Sta di fatto che ieri, forse, almeno, sono riuscito a fare contento qualcuno. Tra un sorriso in più sul viso di chi, per tutta estate ti aiutato e, volendo, sopportato, e anche sentirsi bene con chi non si vedeva, ormai, da un po' di tempo... ma non solo...
E' stato anche, probabilmente, avere rimediato ad una piccola grande delusione inflitta (in me, almeno spero!), avere dato una mano a qualcuno nell'affrontare il duro mondo dell'algebra :-)
Se non altro, spero di riavere guadagnato, un po' di fiducia... Su tutti i fronti...

Comunque, stamattina ho fatto una breve quanto furtiva incursione al liceo: missione diploma. Ovviamente, l'incaricata della segreteria è dispersa nella foresta del Borneo e non si sa nulla.
Così, ho fatto un salto in edicola a prendere i giornali e, come un attempato pensionato, sono andato a leggerli al parco, in attesa di trovare l'ispirazione per imbrattare fogli con qualche riga decente.
Attesa vana.

Lo stomaco reclama, il frigo è vuoto, allora vado a mettere in atto una razzia al centro commerciale "La Rotonda".

Dall'ora di pranzo in poi non è nulla di originale, nulla di eccezionale, solo un pomeriggio mediocre che mi travolge.

Stanotte mi sono addormentato verso le 4. In debito di ore di sonno ho pensato bene di schiacciare un pisolino, verso le 15.

Sveglia alle 18 di mia madre, che, come il migliore campione di wrestling, si è gettata di peso sulla mia carcassa arenata sul letto.

Il tempo di realizzare le mie coordinate spazio-temporali ed eccomi qua a picchiare questa tastiera.

Però mi sento strano.


PS: rileggendo questo post, mi rendo contocome alcune frasi siano totalmente prive di senso compiuto... Pazienza... Posso nascondermi dietro la "Licenza Poetica" o "L'esigenza artistica". Adesso lasciatemi ascoltare in pace "Shine on your crazy diamond"...

E@

domenica, settembre 17, 2006

Gita premio in montagna.

Oggi non è stata una domenica particolarmente memorabile.
Stamattina sono stato al centro commerciale a fare compere, poi pranzetto veloce e via in polisportiva per la convocazione per la trasferta in montagna, a Serramazzoni.
Dopo 45 minuti di viaggio (labirintico, soprattutto tra le viuzze di Serra...) siamo arrivati al campo: una conca piena d'acqua (dopo 3 giorni di pioggia ininterrotta...) coperta da un nebbione totale.
Arriva l'arbitro che non ci pensa su due volte a rimandarci tutti a casa...
Peccato, perché, dall'appello fatto con l'arbitro, avrei giocato dal primo minuto...
Sarà per domenica prossima...

E@

sabato, settembre 16, 2006

Ritorno in pizzeria.

Dopo un po' di tempo sono stato richiamato a prestare servizio in pizzeria.
Era da fine maggio che non ci andavo.
E' stato un sabato sera troppo assurdo: dalle 18:30 alle 10:30, il mondo si era dato appuntamento proprio dove stavo lavorando.
E' stato massacrante, quindi questo sabato sera, strano ma vero, lo passerò a casa.
A bere birra e a guardare "I Fantastici 4".
Inoltre, spero vivamente che domani sospendano il campionato, perché proprio non ho voglia di andare a Serramazzoni tanto per fare una gita fuori porta.
Bih, vabbé, scriverò qualcosa di più sensato domani.
Ciao a tutti.

E@

venerdì, settembre 15, 2006

La forza dei sogni.

Era estate.
Era ormai notte inoltrata.
La compa si stava salutando per poi organizzare il programma del giorno seguente.
Io accompagnai a casa una mia amica.
Da un po'di tempo si era lasciata con il suo moroso, ma questa ferita sembrava non essersi rimarginata.
Il suo sguardo raccontava un malessere unico.

- Che cos'hai? - chiesi, dopo avere acceso la macchina.
- E' che da quando io e xxxx ci siamo lasciati nulla è come prima -
- In che senso? -
- Mi sono resa conto di come, fino ad ora, le cose non siano andate per il verso giusto e di come non lo andranno mai... - Rispose con gli occhi lucidi.
- Perché dici così? -
- Perchè so che è così. Punto e basta -
- Non sono d'accordo - Ribattei, con una piccola punta d'orgoglio.
- Perché? -
- Perché, prima o poi, le cose VANNO come devono andare. Prima o poi, tutti quegli eventi piccoli piccoli, che per noi sono immensamente importanti, vanno nella direzione giusta. Perché succederà che anche tu passerai una serata perfetta, in ogni minimo dettaglio, dove magari, chissà, succederà qualcosa che ti darà una gioia immensa. -
- Mi sembra utopistico - Rispose, quasi con scetticismo.
- Fino ad un certo punto, perché se tu credi nella forza dei tuoi sogni, essi non tarderanno ad avverarsi.
Ti accorgerai di essere arrivata in capo al mondo, ti sentirai divinamente e potrai dire 'ce l'ho fatta'. Quella felicità spazzerà via tutto. -
- La fai troppo facile per i miei gusti. Capita che i sogni siano una brutta cosa... -
- ... Che spesso ci fanno tirare avanti, contro ogni previsione. I sogni, oltre a crederci, bisogna viverli. Tu non devi fare altro che questo. Sta sicura che arriverà il tuo momento dove tutto andrà come hai sempre desiderato e la tua delusione sarà solo un ricordo passato. -

Dopo averla accompagnata, me ne tornai a casa.

Ora lei è legata sentimentalmente ad un ragazzo eccezionale e va ad affrontare l'esame di maturità con serenità, e, forse, con qualche grammo di felicità in più.
E' una sognatrice che sta vivendo il suo sogno.

E@

giovedì, settembre 14, 2006

Febbre a 90'

Ierisera, dopo non so quanti mesi, sono tornato a giocare una partita di calcio intera.
La contesa ha visto di fronte la mia sciagurata Gino Pini e la squadra amatori del Nonantola, una masnada di over 30, esperti e duri nei contrasti.
Ruolo mio: terzino destro. Più che Javier Zanetti (Internazionale), mi sentivo molto Paolo Ponzo (La Spezia).
Come una danza, volteggiavo in campo tra chiusure in extremis su attaccanti lanciati a rete e contrasti belli decisi e convinti, come quelli degli anni belli, con me in piedi, illeso, in possesso di palla e con l'avversario che rotola a terra, dolorante.
E' stato un vero e proprio ritorno alle origini.
Per tutta la partita ho dovuto fare su e giù per la fascia destra: un compito ingrato, alla lunga, ma la goduria di potere azzardare alcuni dribbling (e anche di riuscirci!) è stata troppa.
Ma a causa di due errori grossolani del centrale, abbiamo perso 2 a 0.
Adesso pensiamo domenica.
Trasferta a Serramazzoni contro il Team Fox.
E' la prima di campionato.

E@

mercoledì, settembre 13, 2006

Primo giorno di scuola...Non per me.

Ieri non ho aggiornato il blog perché, dopo lì'after, non ero fisicamente in grado di mettermi davanti al pc.
Alle 16 ero arenato sul mio letto in coma. Mi telefona Canta (protagonista del post "Il mio compagno di banco"): - Ti va di fare un calcetto? - .
E via a fare il calcetto, ovviamente senza saltare la cazziata della mamma, per il fatto che è tutta estate che non faccio nulla e spendo pecunia in magliette e birra. Ognuno ha i suoi hobby!
E dopo il calcetto, allenamento.
Sul campo c'era uno zombie con la maglia del Celtic di Glasgow che si trascinava per il campo. Ho visto pentole piene di fagioli muoversi con molta più agilità.
Poi a casa e a letto perché oggi ci sarebbe stato il PRIMO GIORNO di scuola.
E' strano andare a scuola senza l'obbligo di entrare in classe...
Vedi tante belle facce (la ghenga della 5^C, ma soprattutto, quella paffutella della GG soprattutto...), altre un po' meno belle (quella della preside) e mandrie di primini, alcuni bassi bassi, piccolissimi, che sembrano amici di mio fratello (8 anni), altri alti alti, dopati di vitamine.
La parte più piacevole della mattinata (obviously) è stata salutare tutto il mio novero di "amicizie femminili" [;-)] .
Poi, con i boys di 5^A, vi è stata la rievocazione di tutte quelle sfide che hanno animato il torneo di calcetto: in palestra un 4 contro 4 pesissimo, con un Soncini mai così aggressivo e cattivo. Una macchina votata alla distruzione dell'avversario.
Ovviamente, escludiamo momenti particolari, come quando ho rovesciato per terra il succo di frutta, la simpatia della prof Berselli, "l'avvenenza" della prof Calzolari, le valutazioni sullo scarso livello qualitativo delle nuove primine, le valutazioni sull'alto livello raggiunto da quelle della nuova 3^C e la maglietta sull'arazzo di Bayeux del mitico prof Alessandro Zago.

Per Natale gli regalerò una spogliarellista ungherese.

E una bottiglia di vino.

lunedì, settembre 11, 2006

11 Settembre

Cinque anni dopo cosa ci rimane
in mano
se non un pugno di macerie
dei nostri cuori?

E@

domenica, settembre 10, 2006

Fra & Tom

Il 5 settembre nascono fuorilegge come Jesse James, cantanti come Freddie Mercury, poeti come Goffredo Mameli e gemelli come Francesca e Tommaso Mori.
Una mattina videro la luce del pallidissimo sole autunnale, nella città di Astrakan, patria del famosissimo Vasily Kirillovich Trediakovsky, insigne autore di versi in rima.
Temendo di essere in ritardo per la lezione di danza, Francesca fu la prima a beccarsi le meritate sculacciate da parte dell’ostetrica.
Tommaso, invece, capì subito che nella vita bisogna prendersela comoda e, come le persone importanti, si fece attendere, per venire al mondo in un secondo momento.
Entrambi si dimostrano subito bambini prodigio: nel 1991 un articolo di Peter Parker, sul “Daily bugle”, titolerà “Who is Carla Fracci? We have Francesca Mori.”
Anche Tommaso si mise in evidenza: infatti studiò, commentò e riscrisse da zero “I Promessi Sposi” sostituendo il personaggio de “L’Innominato” con Chuck Norris.
Pensare che aveva appena compiuto 4 anni.
Nel 1994 inizia l’avventura scolastica.
Ma subito, Francesca presenta problemi comunque rilevanti. Più volte è stata messa in punizione perché rivolgeva ai suoi compagni e all’insegnante frasi piene di astio, odio, acredine e mancanza di rispetto, contenenti offese come “Stupido”, “Scemo” e, la peggiore di tutte, “Antipatico”.
Tommaso, rendendosi conto dell’effettiva inutilità della scuola, si diverte a influenzare l’economia mondiale semplicemente giocando a monopoli.
Allo stesso tempo, entrambi i giovani ampliano la loro cerchia di amicizie: conoscono, infatti, Giulia Giovanardi (a quel tempo grandissima promessa nazionale della disciplina della ruzzola) e Mariagiulia Nozzi, spacciatore e consumatore di Nutella e Mariachiara Vaccari, loro compagna di mille avventure.
Tommaso dimostra subito una grandissima predisposizione per il campo artistico: opera sua, infatti, sono stati i cerchi nel grano rinvenuti in diverse regioni del mondo.
Francesca, risolte le questioni legate alla disciplina, si dedicherà ad uno studio matto e disperatissimo dello scibile umano.
Nel 1998, Tommaso si rende conto di come siano inadeguate le vie di comunicazione che toccano la sua città, Cognento City. Allora, fa edificare una scala per il paradiso ed un’autostrada per l’inferno. Il Purgatorio non fu interessato in questo progetto. Semplicemente, perché Tommaso non conosce mezze misure.
Gli anni delle elementari e delle medie filano via come un bicchiere di Martini Dry. Una nuova sfida si presenta ai gemelli sottoforma di Liceo Wiligelmo.
Se il biennio è passato senza spargimenti di sangue, lo stesso non si può dire degli altri tre anni. La causa di tutto ciò e riconducibile a un nome: Magda Barbi, la prof d’italiano.
Sfruttando il suo particolare talento, cioè la repressione di qualsiasi forma di fantasia, creatività e intelligenza attiva, iniziò a sollazzarsi a vessare la dolce ed innocente Francesca, che recuperò il suo dono più antico, cioè il turpiloquio (scemo, antipatico, stupido).
Tommaso non si cura più di tanto dell’insolenza di questo residuato della prima guerra punica (l’insegnante) e continua per la sua strada di ricerca artistica a 360°. La fotografia diventa il suo habitat.
Con la classe quarta, i gemelli inizieranno la frequentazione della losca compagnia di quei bravi ragazzi della 5^ C, una teppaglia di biechi individui: Bonini, musicante di Magreta, Cantelli, interista cronico senza alcuna via d’uscita, Tesei, degustatore di metallo puro, Lawrence, inglese meticcio, e Fabio, esperto di numeri.
Con il loro diciottesimo compleanno, il ministro delle infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha dichiarato che migliorerà le strade di Cognento e dintorni per potere affrontare meglio il pericolo rappresentato dai gemelli patentati.
Adesso cosa riserverà loro il futuro?
Tommaso, con tutte le qualità e i talenti che ha a disposizione potrebbe tranquillamente permettersi di fare di tutto, dal broker di borsa al comandante assoluto di una milizia privata.
Francesca ha la possibilità di fare della sua passione, la danza, una professione.
Inoltre, ha la grande fortuna di potere affrontare l’avvenire con la serenità e il supporto datole da una persona, immensa, come Fabio Panini, al suo fianco.

Tommaso & Francesca, 18 volte auguri di buon compleanno.


E@

sabato, settembre 09, 2006

Momento altamente filosofico.

Stamattina, la mia anziana madre e il mio giovane fratello (8 anni) sono andati a fare la spesa. Nel ritorno a casa, immersi nel totale silenzio dell'automobile, il piccolo Andrea chiede alla Patty "Perché moriamo?" .

Commento mio --> !!!

E@

venerdì, settembre 08, 2006

Domanda da "Cioé", "Top Girl" e ca22ate varie...

Roba totalmente assurda... Leggete qua...

Prima il testo con la "domanda", poi le risposte...

Caro "No Problem", sono Francesca,ho 13 anni e sono completamente “fusa”per il mitico,bono,dolce Brian dei Backstreet Boys. La mia prof. d’Italiano, appassionata dello zodiaco,mi ha detto che i pesci (Brian) e la vergine (io) non vanno affatto d’accordo.Da allora non riesco più a dormire e piango sempre. Un altro problema è che da quando ho visto Brian (un anno e mezzo fa) mi sono fissata con la dieta (nel caso mi dovesse notare ad un concerto…). Le mie compagne dicono che ho un bel fisico e che potrei fare la modella. Infine, vorrei dirti che penso sempre al mio Brian e respingo tutti gli altri ragazzi, ai quali dico che sono fidanzata con lui. Bisogna credere nell’oroscopo? Non conta solo l’amore per iniziare una storia? Brian si interessa allo zodiaco prima di una relazione? A Brian piacciono le ragazze castane, dai capelli lunghi, carine, simpatiche con gli occhiali? (Franci Littrell)

R. Tex: Recenti studi hanno dimostrato che a Brian piacciono:castane alte magre simpatiche e pure un po’ VIADOS!Ehh Brian goloso….checca checca checca…

R. Dmsabry:Anche io vado dietro ad un mito della televisione!! Si chiama Grande
Puffo!!! Mammamia quanto è bello.. me lo sogno la notte e mi sveglio tutta
sudata. Vanna Marki mi ha detto che andiamo molto d’accordo e io nn vedo
l’ora di incontrarlo!!!! Grande Puffo.. TI AMO!

R. Skunk: ti devo un cervello–by DIO

R. Fabri: per me è parente di biki (39) una ragazzina da picchiare selvaggiamente finkè non si ripiglia

R. Carlo: Il prossimo che mi dice che le ragazze maturano prima dei ragazzi, subirà supplizzi da Vecchio Testamento.

E' nata!

E' nata stamattina.
Piange in quattro quarti.
E' Francesca!
La mia cuginetta nuova di zecca.
Un benvenuto nella famiglia, anche da parte del blog.

E@

giovedì, settembre 07, 2006

Momento topico della giornata.

Oggi, dopo un po' di cazzeggio in centro, stavo tornando dalla macchina, parcheggiata presso il parco Novi Sad.
Una ragazza bionda, diretta alla facoltà di economia, mi stava venendo incontro.
La si potrebbe descrivere come una ragazza normale, non fighetta e neanche sfattona, comunissima.
In una mano aveva una borsa, nell'altra un valigiotto, all'apparenza pesante.
Nell'avvicinamento, mi accorgo che mi sta fissando.
Ormai siamo a un paio di metri di distanza.
Lei abbozza un sorriso e con una certa sfumatura ironica mi fa "Bella maglia!", riferendosi alla mia T-Shirt di "Master of Puppets", album, ovviamente dei Metallica (visto che sono il mio chiodo fisso).
Io rimango ammutolito, totalmente spiazzato.
Lei se ne va per la sua strada come se niente fosse.

mercoledì, settembre 06, 2006

One

I can't remember anything
Can't tell if this is true or dream
Deep down inside I feel to scream
This terrible silence stops me
Now that the war is through with me
I'm waking up, I cannot see
That there is not much left of me
Nothing is real but pain now

Hold my breath as I wish for death
Oh please, God, wake me

Back in the womb it's much
too real
In pumps life that I must feel
But can't look forward to reveal
Look to the time when I'll live

Fed through the tube that sticks in me
Just like a wartime novelty
Tied to machines that make me be
Cut this life off from me

Hold my breath as I wish for death
Oh please, God, wake me

Now the world is gone, I'm just one
Oh God, help me
Hold my breath as I wish for death
Oh please, God, help me

Darkness imprisoning me
All that I see
Absolute horror
I cannot live
I cannot die
Trapped in myself
Body my holding cell

Landmine has taken my sight
Taken my speech
Taken my hearing
Taken my arms
Taken my legs
Taken my soul
Left me with life in hell

Questa estate.

E' il tre settembre. Anche se, rispetto al "solito", mi rimmarrà qualche giorno in più di vacanza, l'estate è pressoché andata. Andata. Come?
Beh, questa domanda merita un'analisi, più o meno, approfondita.
Questa era la tanto famigerata estate dopo la quinta e prima dell'unversità, un'estate che doveva, in qualche modo, tracciare una sorta di solco, o, comunque, doveva essere una sorta di spartiacque.
Le premesse erano anche piuttosto buone: l'esame è filato giù con disinvoltura e all'orizzonte cominciava a profilarsi quella che, inizialmente, sembrava essere il prologo ad una relazione seria con una ragazza.
Ma poi...
Il brusco risveglio: scaricato per uno che la prendeva a schiaffi.
Peccato. Cerchi di prenderla con filosofia, cerchi di riprenderti, di rialzarti, ma ecco che arriva una bella pedata sulla schiena a ributtarti nel fango (alla frase, voto 10 per la banalità).
Cominci ad abbatterti, ad andare sempre più giù quando i tuoi piccoli progetti vanno tutti a monte:

_ settimana a Numana con la compa
_ settimana all'Elba con i Magretesi
_ qualche giorno al mare in riviera con la truppa

...e altre piccole cazzatine che unite insieme formano uno stillicidio unico quanto insopportabile.

Se tutte queste cose fossero state circoscritte ad un periodo relativamente ridotto almeno mi sarei preso i maroni in spalla e le avrei affrontate.
Ma il tutto si è protratto per tre mesi...
Tre mesi in cui ho perso quello a cui tenevo più a cuore: i miei "valori", i miei ideali piccoli piccoli.
A volte facevano a pugni tra loro, ma mi hanno sempre aiutato a tirare avanti.
Ora cosa mi rimane?
In cosa credo?
A stare fedeli al mio pensiero non ci ho guadagnato moltissimo: calci nel sedere e figure da emerito coglione.

Persone di cui mi fidavo, con le quali condividevo opinioni, mi hanno, in un certo modo, tradito, smentendosi totalmente.

Soprattutto da chi meno me lo sarei aspettatto.

E tutto ciò mi ha messo una certa tristezza.

Così l'estate è finita.

Male.

In modo pessimo.

Patetico.

Si, questo è l'aggettivo giusto.

Per questo post.



Postilla: oggi è il 6 settembre e ho ritenuto doveroso apportare qualche modifica (tagli) a questo post che era stato accantonato in un angolino del blog. Nonostante oggi sia stato tirato giù dal letto da telefonate di gente che mi voleva vendere roba, nonostante mi abbia suonato alla porta una tipa che voleva vendermi elettrodomestici, nonostante abbia un mal di schiena atroce, nonostante "l'infortunio" all'alluce rimediato in allenamento (ora è color lambrusco, se vi va di usare l'immaginazione) sono quasi di buon umore.
Sarà l'aria settembrina, più calda del solito, sarà l'approssimarsi dell'università, sarà il dolore fisico che mi distrae, sarà che ieri ho visitato le mie donne, sarà tutto un mucchio di altre cose, ma mi sento in crescita positiva, se mi passate l'espressione... Beh, era ora.

Bela lì

E@